entrambi accusati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzioni minorile e di violenza sessuale aggravata su una minorenne. Questa la sentenza emessa dai giudici del Tribunale di Sciacca, presieduto da Renato Zichittella con a latere Francesca Cerrone e Paolo Gabriele Bono. I pubblici ministeri Sergio Mistritta e Ferdinando Lo Cascio avevano chiesto nei giorni scorsi 15 anni di reclusione per Civello e 11 anni di carcere per Sansone. Si tratta del processo con rito ordinario scaturito da una vicenda che quattro anni fa ha scosso non poco la provincia di Agrigento, risalente al 2017 e riguardante gli abusi sessuali ai danni di una ragazzina di appena 14 anni avvenuti tra le campagne di Menfi e Gibellina. Ragazzina che sarebbe stata costretta a prostituirsi accompagnata dalla madre nei luoghi dove si consumavano gli incontri dove avrebbe subito atti sessuali a pagamento che, secondo le indagini svolte dai Carabinieri, avrebbero avuto un costo tra i 30 e i 200 euro. Minorenne allontanata dalla casa della madre già dal 2017 quando iniziarono le indagini. La donna, le cui generalità vengono omesse per tutelare la ragazzina, è stata giudicata e condannata con il rito abbreviato a otto anni di reclusione. Pene inferiori per gli atri due imputati, Calogero Friscia, 28 anni, e Vito Campo, 72 anni, entrambi di Menfi, giudicati anche loro con il rito abbreviato e per i quali a breve inizierà il processo d'appello. I giudici hanno anche disposto il risarcimento alla persona offesa, rappresentata dal curatore speciale nominato dal Tribunale per i Minorenni, con una provvisionale di 20 mila euro. Rigettata invece la richiesta di risarcimento dell'associazione Gens Nova che, al pari della vittima, si era costituita parte civile al processo.