nella battaglia contro i decreti di scioglimento dei rispettivi Consigli Comunali. Prendiamo atto della pubblicazione della legge sugli Enti locali, recentemente approvata dall’Ars, nel cui ambito, scrivono in un comunicato stampa, è stato chiarito che la procedura di scioglimento del Consiglio Comunale da parte della Regione Siciliana può applicarsi solo nell’ipotesi di mancata approvazione del bilancio di previsione e non anche nel caso di non approvazione del rendiconto di gestione. Di più. Rivendicano il peso della battaglia che stanno portando avanti nell’interesse dell’assetto democratico delle assemblee consiliari, a loro avviso violato da provvedimenti di scioglimento adottati in carenza di norma di azione da parte della Regione. Per i consiglieri di Sciacca e Siracusa che hanno presentato il ricorso, il chiarimento interpretativo del legislatore regionale costituisce la riprova della loro determinazione. Evidenziano come, tutto ciò, sia stato peraltro acclarato da due Sentenze del TAR Catania e da un parere dello stesso Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana che hanno espresso l’avviso secondo il quale in Sicilia, regione con competenza legislativa esclusiva in materia di enti locali, non può automaticamente applicarsi la normativa nazionale che , tra l’altro, prevede che a decadere non sia solo il Consiglio Comunale ma anche il Sindaco. Dunque, Sciacca e Siracusa unite in quella che definiscono “una battaglia per la democrazia”, per non privare le proprie comunità dell’organismo assembleare democraticamente eletto e rappresentativo di tutte le forze politiche cittadine, che intendono portare avanti nelle sedi opportune. Dopo la bocciatura da parte del Tar di Palermo del ricorso presentato dagli otto consiglieri comunali di Sciacca si profila, dunque, un ricorso al Cga? Stiamo valutando l’ipotesi dichiara oggi al nostro telegiornale Calogero Bono che poi aggiunge “Personalmente lo farei”