dal terremoto del Belice del 1968, puntare sul rilancio della cultura e della memoria, e mettere in sicurezza le strutture più pericolanti. Queste le richieste della “Rete Museale e Naturale Belicina” che ha inviato una lettera, in tal senso, al governatore Nello Musumeci. La “Rete Museale e Naturale Belicina”, con la stessa missiva, si oppone anche al progetto regionale che vorrebbe fare di Poggioreale «un campo di esercitazione per il volontariato di protezione civile», «un laboratorio a cielo aperto per gli studiosi di sismologia» e «una meta per la didattica».
Visioni diverse, dunque. La “Rete Museale e Naturale Belicina”, presieduta da Giuseppe Maiorana, chiede al presidente Musumeci di rivalutare questa ultima possibilità e si mette a disposizione dell’amministrazione regionale e delle amministrazioni locali per fornire, con il proprio background e le proprie professionalità, spunti e utili ragionamenti volti ad una piena valorizzazione del sito, che sia del tutto compatibile con la memoria, l’identità, e la cultura della Valle del Belìce. Poggioreale, Gibellina, Montevago e gli altri centri colpiti dal sisma, oltre alle opere di urbanizzazione e di ricostruzione da definire a 53 anni di distanza, propendono per un rilancio culturale dell'intera area, che intercetti il turismo e contribuisca all'economia del territorio. Poggioreale antica è il “paese fantasma” più grande della Sicilia. I suoi ruderi rappresentano un patrimonio di memoria e di identità unica per l’intera Valle del Belìce. Una location di straordinaria e dolorosa bellezza, diventata negli ultimi anni museo a cielo aperto, set cinematografico per diversi film, cortometraggi, documentari e trasmissioni televisive, e luogo di diverse iniziative di divulgazione e valorizzazione.