Solo un comunicato, diffuso ieri pomeriggio, per annunciare anche il conseguente recupero del reparto di medicina all’ospedale di Sciacca. La direzione dell’Asp ha scelto di mantenere il basso profilo,probabilmente collegato ai ritardi fin qui registrati posto, peraltro, che ancora si attende l’attivazione dei reparti di sub intensiva e terapia intensiva. I lavori al Fratelli Parlapiano, ospedale che è stato letteralmente trasformato, sono finiti ma il problema continua ad essere quello delle forniture, dai letti alle apparecchiature tecnologiche soprattutto per la terapia intensiva.
Per tentare di accelerare l’Asp sta anche procedendo, laddove è possibile, all’acquisto diretto. Man mano che arriveranno si procederà all’attivazione dei posti letto. Significa che dai primi 12 posti di medicina Covid si passerà man mano ad avere tutti i 40 previsti, così come i 10 di sub- intensiva e i 10 di terapia intensiva, per un totale di 60 posti letto.
Un ospedale, quello di Ribera, riconvertito per gestire l’emergenza Covid, così come deciso nel giugno del 2020 dall’assessorato regionale alla salute, ma che cessata questa emergenza diventerà la struttura di riferimento per il reparto di malattie infettive che manca in provincia di Agrigento. E in tal senso c’è già l’accordo con il medico infettivologo che operarerà a Ribera quando sarà attivata la sub-intensiva. Per i posti letto in medicina Covid al Fratelli Parlapiano si utilizzerà il personale medico e infermieristico già operativo nella struttura.
Da oggi, dunque, i soggetti positivi che necessitano di cure ospedaliere, fatta eccezione per i casi gravissimi che richiedono la terapia intensiva, saranno dirottati verso il Covid hospital di Ribera. Cessano i ricoveri nella medicina Covid del Giovanni Paolo II di Sciacca “requisita” un anno fa, nel pieno dell’emergenza sanitaria, e da allora destinata esclusivamente al trattamento dei soggetti affetti da Covid-19. Quando saranno dimessi i due pazienti ancora ricoverati, uno dei quali il settantenne di Lucca Sicula contagiato dalla variante inglese, la medicina di Sciacca tornerà alla sua destinazione originaria. E’ una questione di giorni, insomma.
Intanto, sul fronte vaccinazioni in provincia, da oggi sono iniziate anche le somministrazioni a domicilio per i disabili gravissimi, dopo
l’avvio ieri dell’analogo servizio per gli ultraottantenni che non possono raggiungere I centri di vaccinazione attivi nel territorio provinciale, ossia I cinque ospedali e le sedi dei distretti socio-sanitari. Si va a rilento, con poche squadre operative perchè il problema continua ad essere quello delle dosi disponibili. Per le somministrazioni a domicilio, per anziani e disabili gravissimi, deve essere utilizzato il vaccino Moderna posto che il Pfizer necessata di modalità e tempi di somministrazione non compatibili e l’Astrazeneca è destinato ad altri target. Il vaccino Moderna è però quello del quale si ha la minora fornitura.
Va invece avanti speditamente la campagna di vaccinazione del personale scolastico e forze dell’ordine e la buona notizia, oggi, è che la struttura commissariale nazionale ha comunicato alla Regione che si potrà imprimere una ulteriore accelerazione sul fronte delle somministrazioni con il vaccino AstraZeneca perchè a marzo la dotazione verrà incrementata di circa 100 mila unità portando la dotazione mensile a poco meno di 240 mila possibili dosi.