commissario di Girgenti Acque dalla sezione fallimentare del Tribunale di Palermo. Si occuperà unicamente della situazione debitoria in capo all'azienda, mentre i due commissari prefettizi Gervasio Venuti e Giuseppe Massimo Dell'Aira continueranno ad occuparsi della parte gestione e dei servizi. Per i giudici palermitani, i debiti di Girgenti Acque ammonterebbero a più di 100 milioni di euro, si troverebbe in stato di insolvenza e rischierebbe seriamente il fallimento. Da quanto si apprende, i debiti riguarderebbero sia Girgenti Acque sia Hydortecne. La somma, a quanto pare, si può soltanto stimare posto che gli ultimi bilanci pubblicati risalirebbero addirittura al 2017. Secondo il Tribunale delle imprese di Palermo, ad occhio e croce, la società che si occupa del servizio idrico in provincia di Agrigento avrebbe circa 104 milioni di euro di debiti, mentre la Hydortecne quasi 8 milioni di euro. "Sulla scorta di ciò - dicono i giudici - deve ritenersi che le società versino pacificamente in stato di insolvenza, e ciò si desume anche dall’azzeramento del capitale sociale di Girgenti Acque". E' all'interno di questo complicato quadro che si muovono, poi, gli svariati bracci di ferro tra precedente società, commissari prefettizi e Assemblea Territoriale Idrica, presieduta dal sindaco di Sciacca Francesca Valenti. Il neo commissario Aurelio Mirone avrà adesso trenta giorni per valutare la sussistenza della situazione di insolvenza ed eventualmente avviare le procedure che porteranno, ad esempio, al trasferimento di tutto il pacchetto al nuovo gestore, ossia la società consortile pubblica.
I giudici palermitani sono stati chiari: nel mentre che si dipana la questione debitoria, "la gestione dei commissari prefettizi resterà operativa, fintanto che permangano i provvedimenti prefettizi e non sia affidato a terzi la gestione del servizio idrico" e questi "coopereranno con il commissario di nomina giudiziaria, il quale si occuperà della residua gestione sociale".