si sono rivolti alle massime autorità regionali e provinciali per sollecitare regole chiare e provvedimenti che consentano di svolgere l’attività didattica in presenza in piena sicurezza. Dirigenti scolastici e sindaci dichiarano di prendere atto e di condividere la decisa volontà del governo nazionale di tenere aperte le scuole, ma evidenziano come di fronte al dilagare delle varianti e di una maggiore diffusione del virus, anche tra i più piccoli, i protocolli e le misure concordate e messe in atto sin dall’inizio dell’anno scolastico, seppure necessarie, non siano più sufficienti ad evitare i contagi.
Esprimono preoccupazione, ma soprattutto chiedono al governo regionale e alle autorità sanitarie provinciali alcuni provvedimenti ritenuti fondamentali e urgenti per garantire una scuola in sicurezza.
Fanno riferimento, in primo luogo, all’attivazione di screening periodici su tutto il personale scolastico e tutti gli studenti, ma anche all’adozione di specifici protocolli di intervento e alla necessità di istituire una cabina di regia permanente e territorialmente competente. Vogliono esercitare i dirigenti scolastici la loro leadership confrontandosi con chi ha la possibilità di fornire alle scuole gli strumenti per combattere e contrastare la diffusione del virus.
Quanto fatto fino ad oggi non è più sufficiente, sostengono i dirigenti delle scuole dell’infanzia, primaria e media della provincia di Agrigento. La sanificazione, il distanziamento, le mascherine non bastano più. Al governo regionale viene chiesto posto di programmare interventi mirati a dotare le scuole di sistemi di sanificazione dell’aria e delle superfici, idonei impianti di aerazione e di definire in maniera chiara e univoca il numero massimo di persone che possono essere presenti negli spazi scolastici, soprattutto nelle aule. Cinema e teatri, con spazi ben più ampi di un’aula, evidenziano i dirigenti scolastici agrigentini, sono stati chiusi perché ritenuti non sicuri mentre le scuole continuano ad accogliere anche 28 alunni in aule che garantiscono il distanziamento, ma non certamente l’areazione adeguata dei locali.