coordinata dalla Procura distrettuale Antimafia di Palermo che aveva portato all’arresto di 11 esponenti di vertice delle famiglie di Cosa nostra trapanese che gestivano il sistema di comunicazione del latitante Matteo Messina Denaro, è stato condannato alla pena di 12 anni di reclusione con sentenza del Tribunale di Marsala nel 2017, confermata dalla Corte d’Appello di Palermo e divenuta definitiva lo scorso 8 marzo. Il centro di smistamento dei “pizzini” si trovava in un casolare, nelle campagne tra Mazara del Vallo, Salemi e Castelvetrano.
Di Leonardo è risultato essere appartenente al sodalizio mafioso “Cosa Nostra”, organico alla famiglia di Partanna (TP), ed inserito nella riservata rete di trasmissione dei “pizzini” provenienti da e diretti al latitante Messina Denaro Matteo. L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale “Pietro Cerulli” di Trapani su disposizione dell’Autorità Giudiziaria.