Al peggio non c’è mai una fine, ma qui siamo al peggio del peggio. È questo il tono del duro attacco di oggi firmato dagli ex consiglieri comunali Calogero Bono e Giuseppe Milioti nei confronti dell'amministrazione Valenti. Il tema è quello dei cedimenti stradali e delle numerose transenne che aumentano in assenza di interventi di ripristino della normalità. Definiscono "sicuramente vergognoso che ci sia una sola ditta che deve operare sul territorio per questi ripristini, facendo notare anche che sono trascorsi quasi quattro anni che, a loro dire, sarebbero stati caratterizzati da mancanza di capacità organizzativa ed amministrativa, rivelando incapacità nell'affrontare l'ordinaria amministrazione.
Bono e Milioti parlano così di viabilità che continua ad essere precaria a causa di continue e ripetute chiusure di diverse strade per colpa di cedimenti della rete fognaria ma anche da mancati interventi in strade esterne ed interne che ormai risultano impraticabili. Nel mirino finiscono così la presunta mancanza di programmazione e di un chiaro indirizzo politico.
Segnalano, inoltre, i due ex consiglieri, che non sono mancate le occasioni in cui oltre ad evidenziare talune problematiche sono stati dati (inutilmente) precisi consigli all’amministrazione ed in prima persona il Sindaco ad individuare un tecnico comunale per controllare se i ripristini effettuati fossero fatti a regola d’arte e quindi verificare i materiali utilizzati. Per Bono e Milioti la situazione di degrado in cui versano le strade e il pericolo costante a cui sono sottoposte tutte le persone che le percorrono giornalmente continua a dare la dimensione di una città abbandonata, con un'amministrazione che non è riuscita a togliere neanche una transenna. L'invito alla Valenti è a protestare nei confronti della gestione commissariale del Servizio Idrico Integrato.
La polemica nei confronti della Valenti, naturalmente, è anche di natura politica oltre che di gestione dell'ordinario, con una dura critica al Partito Democratico (il partito del sindaco) e l'invito a Francesca Valenti a non limitarsi a scaricare le responsabilità agli altri.