Stiamo parlando della decisione di Giuseppe Massimo Dell'Aira di dimettersi da commissario prefettizio (incarico che ha condiviso con Gervasio Venuti) del Servizio Idrico Integrato, quello che di fatto ha gestito la società Girgenti Acque colpita, come è noto, da interdittiva antimafia e, dunque, dovendo garantire un servizio essenziale per la collettività, lo Stato ha deciso di affidarne la continuità a due suoi incaricati. Nelle scorse ore il Tribunale delle Imprese di Palermo, essendo la Girgenti Acque una società insolvente nei confronti dei suoi debitori, ha nominato un commissario giudiziale, dando vita ad un bizzarro "commissariamento dei commissari prefettizi". Commissario giudiziale che naturalmente ha l'interesse a soddisfare le esigenze dei creditori. Tra i quali, non è superfluo ricordarlo, c'è anche Siciliacque. A Giuseppe Massimo Dell'Aira questa cosa non è andata giù, e nella sua lettera di dimissioni ha rivendicato l'attività svolta in questi anni, nel solco di un'osservanza talmente rigida dei compiti di garanzia, che a suo dire non occorreva alcun commissario giudiziale. La questione non preoccupa certamente soltanto per la pur rispettabile decisione di Dell'Aira. È lui stesso, infatti, che mette in guardia rispetto al pericolo che il servizio idrico integrato possa improvvisamente venire bloccato non da funzionamenti irregolari degli impianti bensì da questioni di tipo burocratico e finanziario. Oggi la presidente dell'ATI Francesca Valenti commenta quanto deciso da Dell'Aira evidenziando che a questo punto non c'è piu' davvero neanche un minuto da perdere nella costituzione dell'azienda consortile.