Infatti si è passati dalle 6.856 tonnellate della passata stagione a 9.041 tonnellate di prodotto confezionato e 10.251 tonnellate di prodotto lavorato nella stagione appena conclusa.
Un ulteriore traguardo che porta l’Arancia di Ribera DOP tra i primi prodotti ortofrutticoli certificati a livello nazionale ed un importante risultato che chiude positivamente la campagna di commercializzazione dell'arancia di Ribera DOP Riberella, nonostante tutti problemi legati alla pandemia da Covid-19.
L’ulteriore crescita del prodotto certificato e l’aumento della redditività della produzione registrata, dimostrano ancora una volta l’importanza della produzione DOP per l’intero territorio, in cui si registrano:
un ulteriore aumento delle superfici investite ad arancio, a 6.700 ettari; l’incremento di giovani che si dedicano alla coltivazione; la realizzazione di nuovi stabilimenti aziendali per la lavorazione delle arance; la crescita degli operatori e dei volumi di vendita di arance on-line; l’aumento degli iscritti e delle produzioni certificate a marchio DOP e l’aumento della redditività delle produzioni di qualità dell’arancia di Ribera DOP.
Risultati che spingono il Consorzio di tutela dell’Arancia di Ribera DOP a proseguire l’impegno per migliorare ulteriormente la qualità della produzione, e, facendo leva sulla crescita di operatori e produttori, nonostante le tante difficoltà, puntare sulla politica dell’ associazionismo.Consorzio che, pur soddisfatto dei risultati raggiunti lancia l’allarme in relazione alla campagna irrigua. Tutti gli investimenti e i risultati raggiunti rischiano di essere pregiudicati se la rete irrigua a servizio del comprensorio produttivo dell’Arancia di Ribera DOP non verrà adeguatamente ripristinata con nuove linee di distribuzione ed una migliore gestione dei calendari irrigui, posto che ancora oggi ci sono diverse aziende che non hanno ancora effettuato la prima irrigazione.
La stagione caratterizzata da scarse precipitazioni e le criticità di una rete di distribuzione irrigua obsoleta, assieme alla mancata attivazione dell’adduttore di collegamento tra la diga Gammauta e Castello sono questioni aperte che potranno mettere seriamente in crisi il sistema produttivo dell’Arancia di Ribera DOP. Le richieste del Consorzio di Tutela sono chiare: finanziare al più presto i progetti già presentati per riammodernare i vari settori irrigui in cui da anni si registrano perdite; completare subito l’adduttore Castello; attivare il collegamento Gammauta-Castello; innovare gli impianti irrigui aziendali con sistemi a risparmio idrico e progettare e finanziare la realizzazione di nuovi invasi. Sono questioni fondamentali per un comprensorio, quello agrumicolo, che investe il territorio di 14 comuni ed in cui l’arancia rappresenta una tra le più importanti, se non l’unica, risorsa economica.