Si rischia una "grande sete" in vista dell'estate 2021. Questa la prospettiva attuale per quanto riguarda il servizio idrico integrato. Le scarse piogge dei mesi scorsi hanno ridotto la disponibilità di acqua negli invasi. Un problema che riguarda tutti gli impianti, dalla diga Garcia alla diga Castello, dal Tre Sorgenti al Fanaco. Oggi se ne è parlato a Palermo nel corso della riunione convocata urgentemente dall'assessore all'Energia Baglieri, alla presenza del prefetto di Agrigento Cocciufa, del commissario straordinario dell'ATI De Francisci, della presidente Valenti e del commissario prefettizio del Servizio Idrico Integrato Gervasio Venuti. Bisognerà fare degli investimenti urgenti per garantire la continuità del servizio, ha detto il sindaco di Sciacca e anche una ricognizione di sorgenti e disponibilità per garantire l'acqua a tutti. Non ci sono zone privilegiate, tutto il territorio è a rischio, e probabilmente bisognerà intensificare l'invio di acqua dal versante occidentale a quello orientale della provincia.
Il problema del rischio di una grande sete per l'estate si associa alla questione del fallimento di Girgenti Acque e della (ex) controllata Hydortecne deciso dal Tribunale di Palermo, che genera scenari di grande e preoccupante incertezza sul futuro. La nomina di tre curatori si inquadra all'interno di una gestione del servizio idrico integrato garantita attraverso una commissione prefettizia (da cui nelle settimane scorse si è dimesso l'avvocato Giuseppe Massimo Dell'Aira) che, alla luce delle novità delle ultime ore, rischia di dovere affrontare un problema in più. Il timore delle popolazioni della provincia di Agrigento è che improvvisamente i rubinetti dell'acqua restino chiusi. Un'ipotesi estrema, intendiamoci, che peraltro fa i conti con la necessità di dovere garantire ai cittadini un servizio minimo essenziale. Eppure siamo di fronte ad una condizione ampiamente prevedibile, quella che ha visto i nodi venire puntualmente al pettine. Ecco quali erano le ragioni vere della necessità di accelerare il più possibile il passo rispetto alla costituzione della nuova società consortile (sulla base della scelta fatta negli anni scorsi), perché dall'oggi al domani, malgrado la presenza di un gestore pubblico (nella fattispecie il commissario Gervasio Venuti) gli impianti potrebbero restare fermi. Francesca Valenti dice: "Bisogna andare avanti", e critica le ultime residue resistenze del comune di Licata.