tredici anni dopo quella cifra si è ridotta quasi a zero. È questo il presupposto che ha indotto 20 deputati regionali a sottoscrivere una mozione presentata all'ARS, in cui invitano il presidente della Regione Musumeci ad adoperarsi per cercare di rimediare ad una situazione diventata drammatica soprattutto per i comuni. Peraltro anche i trasferimenti della Regione sono scesi dal miliardo di euro del 2008 ai 330 milioni del 2021. Qualcosa si è recuperato (anche da parte dello Stato) nel 2020, ma soltanto per l'emergenza sanitaria generata dal Covid, e comunque sempre ben lontani dai tempi passati.
Sullo sfondo della problematica c'è sicuramente la mancata integrale applicazione della discussa legge sul federalismo fiscale e la trasformazione di un sistema incentrato sulla finanza derivata a quello attuale, interamente fondato sulla finanza propria e, quindi, sui tributi locali. Gli effetti di questa situazione, nel corso del tempo, non sono stati omogenei, incrementando il divario tra i comuni del centro nord e quelli del sud.
La stessa Corte dei Conti aveva affermato nel 2014 che alle autonomie locali è stato chiesto uno sforzo di risanamento non proporzionato con l'entità delle risorse da loro gestibili. Conseguenza: un preoccupante peggioramento della finanza locale, imputabile principalmente alla riduzione dei trasferimenti da Stato e Regione.
Da segnalare anche la difficoltà dei comuni ad incrementare la capacità di riscossione dei tributi, unica fonte di sostentamento. Situazione che la pandemia ha peggiorato, col rischio concreto di rendere sempre meno agevole l'erogazione dei servizi essenziali in favore dei cittadini.
Tutto questo ha fatto aumentare (soprattutto in Sicilia) il numero di comuni in dissesto, in pre-dissesto e strutturalmente deficitari, con un'imponente riduzione delle risorse destinate alla spesa sociale e ad altri servizi essenziali. Situazioni deficitarie che non possono essere risolte con le sole norme tuttora vigenti. Recentemente lo stesso Consiglio regionale dell'ANCI Sicilia ha invitato i comuni ad adottare una delibera di Giunta municipale per evidenziare gli elementi che rendono impossibile la predisposizione degli stessi bilanci di previsione, a meno che non si penalizzi la spesa per la solidarietà sociale e nell'offerta di servizi essenziali per i cittadini. La richiesta è quella di potere sospendere l'approvazione del bilancio triennale o comunque consentire l'approvazione di bilanci che siano veritieri ed attendibili, restituendo a tali fondamentali strumenti di programmazione un valore sostanziale di pianificazione dei servizi da assicurare ai cittadini. La necessità è anche quella di introdurre nell'ordinamento norme capaci di modificare, almeno per talune aree del Paese, l'attuale quadro normativo in materia di accertamento e riscossione dei tributi locali.