Una conseguenza dell’emergenza Covid che in questo anno e mezzo ha fatto emergere la vulnerabilità del sistema di assistenza. La parola d’ordine adesso è quella di garantire una sanità di comunità, quanto più vicina all’utenza. E, infatti, il piano in fase di predisposizione all’assessorato regionale alla Salute della Regione Siciliana prevederebbe 106 case di comunità e 99 piccoli ospedali. Un piano che prevede l’utilizzo dei fondi del Recovery Plan destinati alla sanità pubblica: dai 250 ai 300 milioni di euro.
Entro settembre va avviata la ricerca dei siti in cui realizzare queste strutture per poter essere pronti con l’avvio dei cantieri e non perdere le risorse che saranno stanziate alle Regioni dal governo nazionale. La sanità nell’era del post covid sarà basata, dunque, sugli “ospedali di comunità” al servizio di un bacino di circa 50 mila abitanti e soprattutto nelle zone più isolate. L’obiettivo è di prevederne 99 in Sicilia anche se realisticamente i fondi del Recovery destinati all’isola potrebbero essere sufficienti solo per 31 piccoli ospedali, con un incremento complessivo di 620 nuovi posti letto da completare non oltre il 2026. Ognuno di questi nuovi mini-ospedali dovrà costare al massimo di 2 milioni e 600 mila euro e prevedere circa 20 posti letto in camere da 2 pazienti con un bagno.