A svelarlo è un articolo pubblicato su Focus Sicilia a firma del professore Rosario Faraci, ordinario di economia e gestione delle imprese presso l'Università degli Studi di Catania, che è andato a scrutare tra i conti. La società continua a chiudere i propri bilanci in perdita. Raggiunta una quota di debiti di 3,5 milioni di euro. L’ultimo bilancio della società Terme di Sciacca SpA, al 31 dicembre 2020, è stato approvato. È del 24 maggio l’assemblea dei soci dove, alla presenza di Rossana Signorino in rappresentanza della Regione Siciliana, è stato approvato il documento contabile predisposto dal liquidatore, Carlo Turriciano, che ricopre questa carica dal 2010. La perdita di esercizio è di 206.097 euro; l’anno precedente era stata di 321.332 euro. Su tale perdita, rivela Focus Sicilia, hanno inciso “le spese per il personale in comando, le spese per le competenze degli organi amministrativi e di controllo, i servizi legali e contabili e le imposte e tasse locali”, così è espressamente riportato nella Relazione sulla gestione del bilancio, ma gli stabilimenti sono inattivi dal 2015. Anche Focus Sicilia definisce la vicenda Terme di Sciacca paradossale, come del resto per Acireale. Debiti e crediti si giocano tutti all’interno di rami diversi della pubblica amministrazione che litigano fra loro a colpi di carta bollata. Dal bilancio si evince che amministratori e componenti del collegio sindacale della società sono costati nel 2020 alle Terme di Sciacca SpA rispettivamente 24.440 euro e 32.000 euro. I dipendenti sono tre e il costo del personale è pari a 124.362 euro. Tuttavia, non c’è attività termale in corso.