di Agrigento in merito all'ennesima batosta che sta colpendo in questi giorni il mondo dell'agricoltura. Una situazione che rischia di diventare esplosiva a seguito delle bollette di canone irriguo, recapitate recentemente, che fanno riferimento all'anno 2016, con costi quadruplicati: da 20 ad 80 euro per ettaro di terreno. Gli aumenti registrati, stando ai dati delle sigle sindacali agricole, sono in media del 300%.
Per il segretario provinciale del Pd Simone Di Paola: “Musumeci ha il dovere morale di assumere, se ne è capace, un'iniziativa forte, bloccando immediatamente i ruoli emessi fin quando non verrà adottata una seria riforma dei consorzi di bonifica e non si troveranno le risorse per sanare le passività accumulate nel tempo, dando seguito ad una battaglia parlamentare promossa in questi anni dal parlamentare Michele Catanzaro”.
“Il nostro partito – scrive Di Paola - con le proprie rappresentanze istituzionali, all'assemblea regionale e nei comuni agrigentini, sosterrà con forza ogni azione di protesta e di mobilitazione sindacale contro l'ennesimo tentativo di far pagare alle forze produttive della provincia di Agrigento, e all'agricoltura in particolare, i costi insopportabili del fallimento di una stagione di governo e politica che sempre di più sta lasciando macerie dietro di sé!”
Una problematica che riguarda, nella stessa misura, sia chi ha i terreni coltivati a frutteti ed oliveti sia coloro che hanno i terreni liberi e senza alcuna coltivazione. Se la bollettazione non sarà bloccata, nelle prossime settimane, non è escluso, inoltre, l'arrivo delle cartelle inerenti anche agli anni successivi al 2016.
“Ciò che, in particolare, desta maggiore rabbia e che francamente indigna – conclude Simone Di Paola - è con quale mancanza di sensibilità sociale e senso di opportunità, si pretenda dagli agricoltori agrigentini il pagamento di simili somme, ruoli istituzionali che non sono minimamente sopportabili né tantomeno accettabili, specie in tempi di crisi”.