dell'Azienda Speciale Consortile in vista della sua costituzione in programma venerdì prossimo 9 luglio nello studio di un notaio. Nella scelta di questi componenti, ad opinione del Forum Siciliano dei Movimenti per l'Acqua e dei Beni Comuni, i sindaci devono dimostrare (soprattutto in questa fase, che si inserisce nell'inchiesta della procura di Agrigento nei confronti di Girgenti Acque) di avere rotto definitivamente col passato e di avere a cuore sopra ogni cosa il bene di una collettività e di un territorio piegati per anni a sfregi e soprusi. L'azienda speciale consortile – fa notare il Forum - sarà il primo ente di diritto pubblico a gestire in Sicilia il bene comune più prezioso senza finalità lucrative, con la partecipazione ed il controllo democratico delle cittadinanze, affinché non si possano ripetere gli orrori del passato. In effetti è innegabile come la prossima settimana sia quella della svolta. Una svolta necessaria, quella della creazione di una nuova società, perché la piega che ha preso l'attuale gestione commissariale di Girgenti Acque (con la nomina di 3 curatori fallimentari da parte del tribunale di Palermo) ha messo sul tappeto timori concreti che prima o poi non si possa più garantire il funzionamento stesso del servizio. In questo quadro non è superfluo domandarsi come possa, un tribunale (nella fattispecie quello di Palermo), trattare il fallimento di un soggetto che fornisce un servizio fondamentale per il vivere civile come quello dell'acqua alla stregua di qualsiasi altra impresa. Ma tant'è. I curatori fallimentari puntano a soddisfare le esigenze (naturalmente legittime) dei creditori, e lo fanno anche a costo di intercettare i soldi delle bollette che vengono pagate dai cittadini o anche a costo di ridurre il personale tuttora in servizio presso il Servizio Idrico Integrato. Uno scenario che fa ritenere che non ci sia più un solo minuto da perdere. Il commissario prefettizio Gervasio Venuti, malgrado dopo gli arresti della magistratura di Agrigento abbia fatto sapere immediatamente che il servizio sarebbe continuato regolarmente, non può naturalmente non essere preoccupato. Così come preoccupata è Francesca Valenti, che qualche giorno fa si era detta pronta, nel caso in cui i fatti lo avessero richiesto, a organizzare una gestione di emergenza delle fonti idriche saccensi. E' evidente che non si possa andare avanti in questo modo. L'azienda speciale consortile deve nascere subito, e deve essere affrontato preliminarmente il problema del personale che dovrà operarvi, cercando di tutelare i lavoratori di quello che, a breve, dovrà essere considerato a tutti gli effetti l'ex gestore delle risorse idriche. Intanto in questi giorni a Sciacca non sono mancati i disagi. I turni di distribuzione si sono allungati, e dalle normali 48 ore sono passati a 72 ore. Soluzione per fronteggiare anche il problema della mancanza di acque accumulate negli invasi. È evidente, tuttavia, che in qualche caso di vada oltre le stesse 72 ore. In tal senso alcune lamentele erano arrivate ieri anche al nostro telegiornale dalla zona di Sovareto e dalla Perriera. Si apprende tuttavia, attraverso l'ATI, che al momento non ci sono pozzi, sorgenti, serbatoi o impianti che non siano regolarmente funzionanti. Una comunità non può però vivere sempre con lo spauracchio dietro l'angolo di dovere fare a meno di un servizio assolutamente fondamentale. Ecco perché si auspica che non ci siano più ulteriori perdite di tempo nella costituzione del nuovo soggetto che dovrà gestire l'acqua che, peraltro, finalmente tornerà a vantare l'aggettivo di “pubblica”.