è pronto ad alzare bandiera bianca. I curatori fallimentari di Girgenti Acque nominati dal tribunale di Palermo vogliono oltre 7 milioni di euro per pagare i creditori. Nel conto corrente però il Servizio Idrico Integrato dispone di appena 900 mila euro. E così stando le cose, Venuti ha già informato gli enti preposti di essere pronto a dimettersi perché non più in grado di garantire il regolare funzionamento della gestione dell'acqua in provincia. Lo spauracchio che il nostro Telegiornale lancia da settimane rischia di essere vicino alla sua concretizzazione.
E così, mentre è in atto quella che dovrebbe davvero trasformarsi in una autentica corsa contro il tempo che dovrebbe scandire la costituzione dell'azienda consortile (confidando che non ci siano assurde lungaggini burocratiche né tanto meno politico-lottizzatorie), le notizie che provengono dal fronte dello stato dell'arte circa la gestione del Servizio Idrico Integrato, attraverso l'ossatura della Girgenti Acque tuttora sotto gestione del commissario prefettizio Gervasio Venuti, continuano ad essere a dir poco allarmanti.
Da settimane è in atto l'allarme sul rischio che il servizio prima o poi possa saltare, soprattutto nell'ambito delle pretese di una curatela fallimentare (quella nominata dal tribunale di Palermo) che sta mettendo in difficoltà una gestione già ampiamente compromessa da una condizione ormai impossibile.
Non fu certamente un caso, dunque, la decisione dei mesi scorsi dell'avvocato Giuseppe Massimo Dell'Aira di lasciare il suo incarico di co-commissario prefettizio, proprio in polemica col tribunale delle imprese di Palermo, che – di fatto – aveva commissariato i commissari. Tribunale di Palermo che in questo procedimento sta trattando una società la quale, ancorché fallita, gestisce un servizio essenziale come quello dell'acqua come se si trattasse di un'industria calzaturiera.
I tre curatori fallimentari hanno presentato il conto alla gestione commissariale. Ma Venuti non ha i 7,2 milioni richiesti. Non ne ha neanche la metà. In cassa ha meno di un settimo di questa somma. I guai di un'azienda che è la stessa i cui vertici sono finiti sotto inchiesta da parte della procura della Repubblica di Agrigento rischiano di generare una gravissima interruzione di pubblico servizio, precipitando sulle spalle degli incolpevoli cittadini.
Perfino ad una persona perbene come il commissario Gervasio Venuti alla fine lo spirito di servizio rischia di esaurirsi. E così ha scritto nero su bianco che non è in grado di fronteggiare le richieste dei curatori fallimentari, precisando che la loro richiesta non è riscontrabile, che il servizio rischia di fermarsi e che anche lui è pronto a togliere il disturbo. Lo ha fatto informando il prefetto di Agrigento Cocciufa, l'assessore all'Energia Baglieri e la presidente dell'Ati idrico Valenti. Venuti ha chiarito che le pretese della curatela pregiudicano la continuità del servizio pubblico, anche perché al momento nei conti correnti di quella che fu Girgenti Acque c'è meno di un miione di euro. Venuti ha fatto presente che nelle attuali condizioni non potrà proseguire l'incarico ricevuto né potrà assumere la responsabilità a tutti i livelli derivanti dalla materiale impossibilità di condurre con regolarità la gestione commissariale del servizio idrico integrato”. Dire che siamo in emergenza è forse ormai solo un eufemismo.