il 22 settembre prossimo, nei confronti dei quattro indagati coinvolti nell’inchiesta, coordinata dalla Procura di Sciacca, sulle finte assunzioni alle Poste Italiane in cambio di denaro. Si tratta di una coppia di coniugi di 44 anni, originari di Ribera, Alfonso Caruana impiegato postale, e la moglie Antonina Campisciano, originaria di Sant’Anna di Caltabellotta, anche lei dipendente delle Poste; una donna di nazionalità polacca, Sylvia Adamczyk, di 47 anni, residente a Palermo e Pasqualina Serpico, 49 anni di Castelvetrano. Le indagini sono state avviate nell’ottobre scorso dalle sezioni di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, coordinate dal Sostituto Procuratore Michele Marrone. In poco più di tre mesi la banda sarebbe riuscita a truffare ben sei persone, tutte originarie della provincia di Palermo, facendosi accreditare 45 mila euro. Le vittime, adescate nei modi più disparati, sarebbero finite sul lastrico indebitandosi. Durante il blitz, i Carabinieri hanno anche sequestrato falsi contratti di assunzione che riportavano addirittura la sigla sindacale “Cobas-Poste Italiane” che ha sede a Ribera in via Etna, e delle carte postepay dove venivano accreditati i soldi delle vittime. Le ipotesi di reato sono associazione a delinquere e truffa. Caruana e la donna polacca si trovano ai domiciliari, mentre Antonina Campisciano è tornata in libertà. Caruana viene indicato quale promotore della truffa, mentre le altre tre persone coinvolte sarebbero state partecipi.