Questa la presa di posizione di oggi di Maurizio Franzò, leader dell’associazione dei presidi siciliani, riportata dal Giornale di Sicilia, secondo cui il progetto di riportare il 100% degli studenti in classe fin dal primo giorno di scuola, il 16 settembre, rischia di scontrarsi con una realtà fatta di aule piccole e pochi professori vaccinati.
I presidi riceveranno, com’è noto, a giorni una circolare che l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, ha già predisposto per far iniziare il nuovo anno scolastico con lezioni in presenza per tutti, spingendo sulla vaccinazione di corpo insegnante, amministrativo e altro personale scolastico. Nessun riferimeno, al momento, alla vaccinazione degli studenti over 12, seppur anche questa fascia d’età sia pienamente inserita nella campagna vaccinale. Quello su cui puntano sia il Ministero all’Istruzione, sia l’assessorato regionale, è il raggiungimento di un’alta percentuale di docenti vaccinati, almeno il 75%, per ridurre il rischio contagio in classe e scongiurare la Dad. Al momento risulta vaccinata più o meno la metà del personale in servizio in Sicilia. Il commissario straordinario all’emergenza Covid, il generale Francesco Figliuolo, ha ribadito, nelle scorse ore, di avere chiesto alle regioni, entro il 20 agosto, un elenco del personale docente e non docente che ancora non si è vaccinato, per avere contezza esatta della situazione. In tutti i casi, in classe, bisognerà rispettare il limite di un metro fra ogni banco e di due metri fra le file di studenti e la cattedra. Qualora questa distanza di sicurezza non possa essere garantita, è previsto l’obbligo di indossare la mascherina in classe durante tutta la giornata di lezioni.
Secondo il portavoce dell’associazione dei presidi siciliani, nella maggior parte delle scuole sono presenti aule piccole e con troppi studenti, e dunque in questi ambienti sarà impossibile rispettare il limite del metro di distanza. Da qui la proposta. «Si potrebbe continuare a prevedere – dichiara Franzò - una percentuale di Dad che permetta di far ruotare gli alunni svuotando così le aule. Ma – continua - se si opta per la mascherina si dovrebbe almeno prevedere un orario soft, per alleggerire il disagio degli studenti».
Insomma, le posizioni e le ipotesi si susseguono e si scontrano, nell’attesa che dal Ministero venga presa una decisione univoca per tutto lo Stivale, verosimilmente tra il 5 e il 6 agosto.
Secondo quanto riferisce il quotidiano “La Repubblica”, sarebbe seriamente in ballo l’idea di un vaccino obbligatorio per tutto il personale scolastico che dovrà adeguarsi entro il 12 settembre (a ridosso dell’inizio delle lezioni), pena la sospensione. Altra ipotesi è quella che il Governo possa spingere ad una raccomandazione non vincolante e solo se non si dovesse raggiungere il numero di copertura ritenuta sufficiente per l’immunizzazione di gregge, allora scatterebbe l’imposizione.
Intanto oggi, a Roma, doppio appuntamento per i sindacati: prima con i rappresentanti della struttura commissariale, poi con il ministro Bianchi.