Intorno alle 7:30 del mattino un peschereccio tunisino di circa 12 metri ha raggiunto indisturbato la costa ed una cinquantina di migranti, tra cui donne e bambini, sono scesi in spiaggia, riuscendo subito a dileguarsi nelle strade di San Leone e villaggio Mosè. Migranti che, divisi in piccoli gruppi, hanno fermato gli automobilisti chiedendo informazioni ai cittadini di passaggio, su come raggiungere la stazione ferroviaria più vicina. Anche ieri pomeriggio una piccola imbarcazione ha raggiunto coste agrigentine: un peschereccio di circa 10 metri che è stato, questa volta, bloccato da una motovedetta della Guardia di Finanza dopo avere scaricato 30 o forse 40 migranti nei pressi della spiaggia de “Le Pergole” a Realmonte, poco prima che si allontanasse a largo. Gurdia di Finanza che pare abbia, anche, arrestato il presunto scafista. Ormai la strategia utilizzata sembra essere sempre la stessa: piccole imbarcazioni, probabilmente cellule distaccate di altre più grandi che rimangono a largo, raggiungono le coste più isolate della provincia, anche in pieno giorno, per permettere alle poche decine di migranti di potersi dileguare una volta toccato terra. Il loro obiettivo pare infatti sia quello di spostarsi altrove e non di rimanere nel territorio di approdo. Migranti, per la maggiore tunisini o magrebini, che sono stati definiti “economici”, poiché pare non scappino dalle loro terre a causa di guerre o persecuzioni, ma che emigrino in cerca di fortuna. “Tra loro - come ha dichiarato giorni fa il procuratore capo, Luigi Patronaggio - ci sono persone che non vogliono farsi identificare, gente già espulsa in passato dall’Italia o appena liberata con l’amnistia dalle carceri tunisine o magari che ha preso parte alle rivolte del 2011”. Dichiarazioni forti, quelle di Patronaggio, che nelle scorse settimane ha palesato un timore comune: "Tra loro – ha ipotizzato Patronaggio - potrebbero esserci anche persone legate al terrorismo internazionale. Per questo - ha avvertito il procuratore - penso che siamo di fronte a un’ immigrazione pericolosa".