Entro due mesi dovranno essere demoliti gli immobili abusivi presenti nel territorio, in caso contrario scatterà il commissariamento. Iniziativa che la Regione ha promosso per tutti i comuni siciliani inadempienti, l'elenco è piuttosto lungo e contempla città in cui l'abusivismo edilizio è un dramma con risvolti pesanti, come nel caso di Licata e della recente intimidazione subita dal commissario Mariagrazia Brandara.
Licata non è però un caso isolato e dalla Regione hanno voluto lanciare l'ennesimo ultimatum, a fronte del silenzio di molti comuni che non hanno neanche trasmesso, nonostante le reiterate richieste dell'assessorato regionale all'urbanistica, l'elenco delle strutture abusive.
La demolizione è obbligatoria nel caso di illeciti già accertati dalla magistratura. A Sciacca ci sono 28 casi, con sentenze già definitive e per le quali la Procura ha chiesto da tempo di procedere.
Si tratta, per la maggior parte dei casi, di tettoie, verande, garage o mansarde che i proprietari non sono riusciti a sanare negli anni, per varie ragioni.
Il comune di Sciacca avrebbe dovuto già procedere alla loro demolizione, ma il problema è anche economico. Occorre stanziare le somme necessarie ad appaltare e far eseguire gli interventi e in bilancio non sono state mai previste adeguate coperture.
Non è solo una questione economica. In realtà anche tra questi 28 casi andrebbe effettuata una ricognizione per capire in che stato sono le strutture realizzate in maniera abusiva. Non è da escludere che, alla luce delle sentenze di condanna, gli stessi proprietari abbiano provveduto in tal senso.
Tra l'altro, proprio perchè non si tratta di vere e proprie case abusive, non è percorribile neanche l'ipotesi, prevista dalla legge, che sia il comune a dichiarare il bene di pubblica utilità, con una delibera che in tal caso è di competenza del Consiglio Comunale.
Ovviamente parliamo solo dei casi per i quali è intervenuta una sentenza di condanna definitiva. Ce ne sono altri a Sciacca, per i quali la procedura è tutt'ora in corso.