I dieci milioni di quello che a tutti gli effetti dovrà essere un "prestito" erogato dalla Regione siciliana alla nuova società idrica consortile è un punto sul quale, al momento, si è sostanzialmente arenato il cammino che dovrà permettere all'A.i.c.a. di essere effettivamente operativa, soprattutto sul piano finanziario. Ieri i sindaci del direttivo dell'Assemblea Territoriale Idrica e i vertici della nuova azienda hanno incontrato l'assessore regionale alle Autonomie locali Marco Zambuto. Il governo Musumeci, al momento, non intende far arrivare i soldi previsti nel conto corrente dell'A.i.c.a., ritenendo che il finanziamento (con le rispettive quote, la cui entità sarà stabilita sulla base della popolazione delle singole municipalità) debba essere assegnato ai comuni. Una strada che, tuttavia, i primi cittadini, considerano impraticabile, soprattutto perché, tecnicamente, questi fondi corrisponderebbero ad una esposizione debitoria degli enti. Insistono, dunque, gli amministratori comunali, affinché la Regione assegni il finanziamento direttamente all'A.i.c.a., pur con le necessarie garanzie del caso. Marco Zambuto da una parte e i sindaci dall'altra si sono dati appuntamento per un nuovo incontro. Il tentativo annunciato è quello di coinvolgere l'Irfis, l'istituto di credito partecipato dalla Regione siciliana, affinché questo finanziamento venga finalmente sbloccato. La questione non è di poco conto, perché senza questi fondi (e tenuto conto che la nuova società è nata con appena 20 mila euro di capitale sociale) il rischio è la paralisi.
Tutto questo accade in una fase, quella attuale, particolarmente delicata e difficile, alla luce dei gravissimi disservizi idrici che stanno rendendo durissima la vita della popolazione residente e di quella ospite. Tanta gente (tra di loro anche molti visitatori abituali) venuta in vacanza dalle nostre parti, avendo dovuto subire i gravi problemi di forniture di acqua, se ne sta tornando a casa con un'immagine a dir poco devastante del territorio. Proprio oggi il comitato di quartiere Rocca di Fiori ha diffidato sia l'A.i.c.a. che il sindaco di Sciacca Francesca Valenti all'immediato ripristino del regolare approvvigionamento idrico, minacciando (in caso di mancato accoglimento della richiesta) di presentare un esposto alla procura della Repubblica perfino contro lo stesso personale addetto, ipotizzando il reato di interruzione di pubblico servizio. Uno stato di disagio che riguarda almeno 150 famiglie. Che la situazione sia complicata ovviamente è chiaro a tutti. Oggi al nostro Telegiornale il sindaco ha detto che occorrono almeno 200 interventi di riparazione di guasti su tutto il territorio di Sciacca. Una trentina le situazioni più urgenti, quelle che impediscono di fatto la regolarità del servizio idrico. Su queste si sta intervenendo, con un sistema che vede il comune mettere a disposizione gli escavatori, e l'A.i.c.a. incaricare il personale necessario. Anche oggi non mancano le segnalazioni di disservizio che riguardano zone che da giorni non ricevono una goccia d'acqua: da Isabella ai Cappuccini. Gli ultimi interventi fatti per ripristinare l'erogazione alla Foggia e a San Marco non sono stati risolutivi, perché altri guasti si sono verificati pochi minuti dopo. Cose su cui, probabilmente, al punto in cui siamo arrivati, bisognerebbe accendere un po' di riflettori per capire le reali ragioni per cui i guasti si ripetono in successione, in un'estate 2021 che, purtroppo, sarà difficile da dimenticare.