recupero dell'ex Duomo di Montevago, quello dei Santi Pietro e Paolo, sito nel vecchio centro belicino distrutto dal devastante terremoto del 1968. Dopo oltre mezzo secolo, grazie ad un finanziamento regionale di circa 750 mila euro, tutte le navate della Chiesa sono state liberate dalle macerie, riportando alla luce pavimenti, reperti eccezionali, ma anche, per esempio, le cappelle costituite dal Fonte Battesimale, l'Altare Santa Lucia, l'Altare di San Giuseppe, l'Altare del Crocifisso ligneo, l'Altare del SS Sacramento e cuore di Gesù fino all'Altare Maggiore.
Le immagini sono tratte dal blog Il Futuro dipende da te di Francesco Graffeo. Durante i lavori, portati avanti nel corso degli ultimi 6 mesi, sono state recuperate e riportate alla luce le cinque aperture del maestoso Duomo nonché sono stati eseguiti lavori di messa in sicurezza, catalogazione dei massi e recupero dei gradini di accesso. Il progetto, in corso d'opera, prevede la rimozione dei blocchi di pietra rimasti all'interno della struttura dopo il crollo provocato dal sisma, la messa in sicurezza delle colonne e, quindi, la fruizione al pubblico della pavimentazione interna della chiesa per fini turistici. Recuperare il Duomo rientra nel progetto, ancor più ambizioso, di riportare a nuova vita il vecchio sito di Montevago, già interessato recentemente dalla mostra a cielo aperto denominata “Percorsi Visivi”. Un altro progetto da un milione di euro per un ulteriore intervento di recupero e valorizzazione del vecchio duomo del centro belicino è già stato presentato dal Comune di Montevago al ministero dei Beni culturali. I mezzi meccanici hanno recuperato la reale volumetria del grande complesso, che ha scandito il tempo per oltre 150 anni prima di essere distrutto dal terremoto. Una volta consolidate le strutture perimetrali superstiti, oltre al pavimento, sono stati rinvenuti interessanti reperti sacri come un'immagine mariana, marmi di arredo, la lapide del fratello del Cardinale Gravina, fondatore della chiesa, e cunicoli sotterranei pressi dei locali della vecchia sagrestia.