e finalizzata a contenere i contagi e incrementare le vaccinazioni. Si tratta di Licata, Porto Empedocle, Racalmuto e Ravanusa, ma c’è anche Castelvetrano in provincia di Trapani mentre sono complessivamente 53 i centri siciliani interessati al provvedimento. Per altri due, Barrafranca e Niscemi, è scattata la misura più pesante della “zona arancione”. Una ordinanza che prende di mira i comuni dove non è stata ancora raggiunta la soglia minima del 60 per cento della popolazione vaccinata e dove l’incidenza dei contagi supera i 150 casi settimanali su 100 mila abitanti. Oltre alle vigenti diposizioni per il contenimento del contagio, da domani in questi centri l’uso delle mascherine sarà obbligatorio non solo in tutti i luoghi al chiuso, ma anche in quelli all’aperto dove sono presenti più soggetti, dunque, nelle strade e nelle piazze. Le eccezioni riguardano i bambini di età inferiore ai dodici anni,i soggetti affetti da patologie che ne rendono incompatibile l’utilizzo e coloro che, nel rispetto delle misure di prevenzione, effettuano attività sportiva all’aperto. Non solo la mascherina, ma anche il divieto di
assembramento nelle aree pubbliche e l’obbligo del green pass per quanti partecipano a cerimonie, banchetti ed eventi privati.
L’ordinanza del governatore della Sicilia ha come obiettivo primario quello di incrementare la vaccinazione e, infatti, da domani il responsabile dell’Azienda sanitaria provinciale competente per territorio
dovrà promuovere, assieme ai sindaci interessati e alla rappresentanza dei Medici di medicina generale e dei Pediatri di libera, un tavolo tecnico finalizzato al raggiungimento del previsto target del 70% dei
vaccinati in prima dose nel territorio comunale, anche puntando sulla vaccinazione domiciliare. Due settimane di tempo, poi dal 7 settembre se i dati del contagio e delle vaccinazioni non miglioreranno scatteranno ulteriori misure restrittive e di contenimento.
Avevo annunciato un provvedimento regionale -ha dichiarato il presidente Musumeci - che cercasse di mantenere il giusto equilibrio tra gli obiettivi di tutela della salute pubblica e il diritto delle attività economiche a operare in sicurezza.
Questo modello, che inizia con i 55 Comuni, avverte Musumeci, potrà essere adottato anche in altri casi perché sarebbe ingiusto far pagare a tutti il duro prezzo di chi non vuole vaccinarsi. Le misure previste dall’ordinanza del presidente della Regione – ha detto l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza - sono una grande opportunità per i Comuni individuati perchè consentiranno, nel rapporto di leale collaborazione con i sindaci, di moltiplicare gli sforzi per la vaccinazione. E’ un modello che può essere rafforzato anche in altri centri con una minore percentuale di contagio, ma con un numero di cittadini immuni non ancora adeguato ai target nazionali.
Sul tavolo dell'assessore alla Salute Ruggero Razza c’è infatti un report che individua almeno altri 100 comuni che sono sotto la soglia minima del 70% di vaccinati e che non sono stati raggiunti dal provvedimento che entrerà in vigore domani sol perché non hanno numeri di contagi elevati.
Per questi potrebbero scattare nei prossimi giorni limiti anche alle attività economiche. Insomma, la strada è tracciata ed è quella della vaccinazione posto che la Sicilia è stata e continua ad essere fanalino di coda tra le regioni per immunizzazione mentre dal governo nazionale inizia a trapelare un obbligo vaccinale che potrebbe scattare da metà settembre. Intanto sono i sindaci dei quattro comuni agrigentini destinatari dell’ordinanza del presidente della Regione a rivolgere un accorato appello ai loro concittadini. E’ il momento di stare uniti e lavorare insieme per raggiungere un obiettivo importantissimo: la vaccinazione di quante più persone è possibile, ha dichiarato il sindaco di Licata Pino Galanti.
Da domani, dunque, mascherine anche all’aperto e tampone per partecipare a banchetti e feste private nei quattro comuni agrigentini che non hanno raggiunto neanche il 60% di popolazione vaccinata. E se Porto Empedocle e Racalmuto si attestano rispettivamente al 59,8 e 59,7 di cittadini vaccinati, la percentuale scende al 52,8 a Licata e addirittura al 48,8 a Ravanusa. A Castelvetrano, dove peraltro il numero dei contagiati è sempre elevato, solo il 56% della popolazione ha effettuato il vaccino.