che si sono confrontati due giorni ad Enna, su iniziativa della Cgil, in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico. Perplessità legate alla mancanza di indicazioni chiare e definite da parte del governo rispetto alle procedure da adottare nelle scuole per garantire le lezioni in presenza. Al di là della polemica legata al vaccino e al green pass è stato evidenziato anche il tema delle risorse economiche. Poche quest’anno quelle messe in campo, soprattutto risorse che non garantiscono l’organico covid per tutto l’anno scolastico e non fino al 31 dicembre 2021. Perchè con quell’organico i dirigenti scolastici possono sdoppiare classi numerose, che sono tantissime quest’anno in Sicilia, e quindi ridurre il numero degli alunni per classe e garantire quel distanziamento che è fondamentale per fronteggiare l’emergenza pandemica che non sappiamo quanto durerà ancora”.
“Stiamo cercando di supportare le scuole – ha dichiarato Stefano Suraniti, dirigente Ufficio scolastico regionale Sicilia - in questo avvio che è complesso. Rispetto allo scorso anno partiamo da una base importante: abbiamo l’88 % del personale scolastico che ha ricevuto la prima dose e quindi già sicuramente questo dato rafforza di più le condizioni di sicurezza sia per gli alunni che per il personale scolastico”.
“Il Ministero dell’istruzione - prosegue - ha stanziato proprio ieri circa 23 milioni di euro per quanto riguarda l’edilizia scolastica, affitti e noleggi, che andranno a risolvere alcune criticità nell’ambito degli spazi aggiuntivi necessari per il distanziamento. Nei prossimi giorni faremo una conferenza di servizi con i dirigenti scolastici per dare indicazioni e ascoltare le riflessioni e le osservazioni al fine di dare risposte che possano garantire a tutto il rientro a scuola in sicurezza”.
Chiede chiarezza Alfio Mannino, segretario Cgil Sicilia, “su tutti i temi che riguardano la sicurezza. Perchè il fatto che ad oggi non si capisca bene il ruolo e la funzione che si voglia dare al green pass per noi è un fatto grave ed alimenta solo confusione negli istituti scolastici”.
“Servono quegli investimenti strutturali che noi abbiamo sempre rivendicato - aggiunge - affinché davvero si possano dare quelle risposte sui temi dell’edilizia scolastica, della digitalizzazione. Pensavamo, e questo era il nostro auspicio, che l’insegnamento della pandemia determinasse davvero quel cambio politico soprattutto per quanto riguarda la scuola e la formazione che poteva davvero determinare un nuovo modello dell’istruzione. Purtroppo così non è stato, la pandemia la si sta affrontando solo nell’emergenza, senza provare a dare risposta in termini strutturali”.
“Credo che ci sia la necessità di un cambio di passo - conclude - e noi chiediamo al governo nazionale e regionale quelle scelte necessarie per rilanciare l’istruzione”.