la conclusione di una stagione turistica finora più che positiva. C’è la paura che in due settimane si possa passare all’arancione e, dunque, a ben altre e più considerevoli restrizioni che penalizzerebbero soprattutto le attività commerciali. Non a caso, oggi, sul cambio di colore della Sicilia si restra la presa di posizione di Confcommercio Sicilia e Federazione dei Pubblici Esercizi.
Le due associazioni siciliane chiedono di collegare l’utilizzo progressivo della certificazione all'evoluzione epidemiologica. "Man mano che peggiora il quadro sanitario, va ampliata la platea di attività e servizi nei quali si accede con il green pass. Solo coì si incentiva la campagna di vaccinazione e non si fermano le imprese, hanno scritto in una lettera inviata al Presidente Musumeci. Confcommercio e Fipe chiedono di utilizzare in maniera "intelligente" il green pass collegandolo all’andamento della situazione epidemiologica, soprattutto estendendolo a quante più attività e servizi possibili con l’obiettivo di scongiurare il ritorno alla stagione delle misure più restrittive. La nostra proposta - dichiarano - è quella di estendere progressivamente l’uso del green pass, collegando i livelli di rischio con cui si classificano le regioni all’utilizzo progressivo della certificazione verde: man mano che peggiora il quadro sanitario, si amplia la platea di attività e servizi nei quali si accede con il green pass. Ci sembra il modo migliore per incoraggiare la campagna di vaccinazione, tutelare la libertà di chi ha scelto responsabilmente di vaccinarsi e superare definitivamente la faticosissima stagione delle chiusure o limitazioni alle attività, in particolare proprio dei pubblici esercizi”.
Per Confcommercio e Fipe è anche una “questione di equità: dopo molti mesi di sacrifici - concludono - sarebbe infatti incomprensibile ricadere nelle maglie di nuove chiusure e restrizioni per causa di chi, dopo nove mesi di campagna vaccinale, sceglie ancora oggi liberamente di non vaccinarsi, aumentando con questa scelta individuale il rischio collettivo di assumere nuovi costosissimi provvedimenti.