dell'acqua in capo all'Azienda Idrica Comuni Agrigentini, la neocostituita società pubblica che ha preso il posto, o sta cercando di farlo, di Girgenti Acque. Settimane difficili, quelle che ci lasciamo dietro le spalle, in un agosto da incubo per gli utenti, caratterizzato purtroppo da numerosi disservizi. Ma bisogna pur guardare avanti, anche se i problemi che ci sono stati hanno perfino indotto più di qualcuno, sull'onda della disperazione, a ritenere che forse si stava meglio quando si stava peggio. L'Aica rappresenta una strada nuova, e come tutte le novità ha bisogno di un po' di tempo per funzionare a dovere. Ma se ci si aspettava una mano d'aiuto dai livelli sovracomunali, possiamo benissimo dire che questa non è arrivata. In questo primo mese di vita dell'Aica non si è parlato d'altro che dei 10 milioni di euro che la Regione avrebbe dovuto mettere a disposizione della nuova azienda consortile, e non dei comuni che l'hanno costituita. Tuttavia i burocrati palermitani sono tornati a servire le solite polpette avvelenate, incastrando sostanzialmente i sindaci, costringendoli ad indebitarsi (ciascuno per la quota proporzionata alle dimensioni della popolazione) in nome e per conto della stessa società. Un tema che il nostro Telegiornale ha denunciato più volte, anche nei giorni scorsi, e che oggi vede intervenire anche l'avvocato Stefano Scaduto, presidente del Centro Studi "De Gasperi", per il quale la modalità di finanziamento scelta dal governo della Regione rischia di mettere nei guai sia l'Aica, sia gli stessi comuni, alcuni dei quali (proprio per questo problema) rischiano il dissesto finanziario. Per Scaduto il comune di Sciacca non deve avvalersi della norma che prevede il finanziamento da 10 milioni. Se lo facesse dovrebbe indebitarsi per oltre un milione di euro. "Se veramente il governo regionale volesse aiutare l'Aica in questa difficilissima fase di avvio della sua gestione - osserva Scaduto - la norma regionale dovrebbe essere cambiata e il finanziamento erogato direttamente alla nuova società consortile, e non ai comuni e da questi ad Aica". L'invito a Francesca Valenti è a presentare istanza alla Regione per modificare la norma. La questione nel frattempo continua ad essere al centro di incontri e riunioni più o meno informali. Si stanno esaminando le circolari esplicative di questo finanziamento da 10 milioni. Ma la piega che ha preso la vicenda idrica è grave sotto diversi punti di vista. Non si può tacere di fronte alle pretese della curatela fallimentare di Girgenti Acque che ha trattato una società che erogava un servizio fondamentale come quello dell'acqua come se si fosse trattato di una ditta che produceva soprammobili. Aica deve risolvere ancora tanti problemi: dal fabbisogno del personale necessario alla necessità di garantire un servizio efficiente. Tra i prossimi incontri c'è anche quello con le associazioni di consumatori e tra il vertice di Aica e il direttivo dell'Ati. Aica ha accreditato le ditte chiamate ad effettuare i lavori di ripristino delle condotte danneggiate. Ma nel frattempo i disagi continuano. Lamentele continuano ad arrivare da diverse zone di Sciacca. La fornitura idrica, che da qualche tempo è passata dalla periodicità "un giorno sì e un giorno no" a "una volta alla settimana", ha costretto gli utenti a rivedere la gestione del proprio fabbisogno, e a farlo in piena stagione estiva. Tra i problemi più urgenti quello di contrada Isabella-Fontana Calda dove però, stando a quanto abbiamo appreso stamattina, la portata è stata aumentata e la situazione dovrebbe migliorare a breve. Tra le altre questioni c'è anche quello del trasferimento della bollettazione da Girgenti Acque ad Aica. Perfino quello di osservare il dovere di pagare l'acqua al momento è un problema. Tuttavia, e sostenere il contrario non sarebbe onesto, non c'erano grosse alternative alla necessità di fare ricorso alla nuova azienda speciale consortile. La speranza diffusa è che al più presto i problemi di rodaggio (al momento tutt'altro che risolti) diventino solo un triste ricordo.