in una terra dove resta altissima la percentuale di disoccupazione, lavoro nero ed emigrazione di molti giovani. Un argomento che il sindacalista saccense solleva da anni, nell'indifferenza della politica e dei politici del territorio. E nella lunga nota diffusa oggi, Zammuto non a caso esprime la propria amarezza nel ricordare come da 12 anni ormai la Camera del Lavoro provi a porre il problema, senza mai essere riuscita a far comprendere che il lavoro non si crea con il posto clientelare, quello pubblico, o aspettando i cicli economici favorevoli, ma creando nei territori economie e attività d’impresa attraverso quanto, in primis, il territorio produce come materie prime. Il benessere di Sciacca, osserva Zammuto, potrebbe essere fondato sulla sua storia: città marinara, dedita anche al commercio, alle attività di trasformazione e anche capace di crearvi attorno una discreta capacità industriale. Pensiamo alla produzione dell’ittico conserviero che, dicono, raggiunse il 60% della produzione nazionale, con un indotto che occupava 5000 unità lavorative. Avevamo due grandi fabbriche di pasta, a parte i tanti mulini, segherie di marmo, cave, industrie di laterizi, oleifici, tre cantine di grosse proporzioni, due fabbriche di mobili e, addirittura una fabbrica di abbigliamento. Ma non è finita qui, Sciacca aveva ed ha tre gioielli quasi unici: corallo, ceramica e terme. Siamo consapevoli, prosegue la nota della Camera del Lavoro, che molte delle attività dell’indotto siano state perse a causa di mancata protezione e programmazione, senza che politici e amministrazioni degli ultimi 50 anni si siano occupati di questi problemi. Solleva poi, Franco Zammuto, un altro interrogativo: che fine ha fatto la famosa “vocazione turistica”, in una città che aveva all’interno 5 alberghi e tante stanze in famiglia, come mai si sono chiusi tutti gli alberghi malgrado siano cresciuti i B&B che hanno sostituito le stanze in famiglia. Per non parlare delle terme e delle stufe di san Calogero. Zammuto, che fa anche parte del comitato civico patrimonio termale, ricorda poi come fu per primo proprio il comitato a lanciare l'allarme recentemente sollevato dall'ordine degli architetti della provincia in ordine alla mancanza di finanziamenti per l'agrigentino dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. E a proposito delle elezioni amministrative del prossimo anno, Franco Zammuto conclude dicendosi certo che nessuno riporterà nei propri programmi un progetto o uno studio su cosa si intende costruire per creare il lavoro che non c’è.