La maggior parte degli istituti scolastici aprirà le porte agli studenti a partire dalla data stabilita del 16 settembre. Un anno che si spera possa segnare un ritorno a quella normalità antecedente il 2020, quando il covid ha rivoluzionato il modo di far scuola, tra didattica a distanza prima ed integrata dopo.
Con la campagna vaccinale a buon punto per il personale scolastico e per la popolazione studentesca dai 12 anni in su e con le diverse regole stabilite per evitare il diffondersi del virus, si spera si riesca a garantire un ritorno in classe in sicurezza. Si riprende, infatti, com’è ormai noto, alla didattica in presenza al 100%.
Stando ai dati di venerdì 10 settembre, in tutta Italia l’88,44% del totale - tra docenti, dirigenti e Ata - ha completato il ciclo vaccinale, mentre il 6,74% non ha ancora ricevuto la prima dose. Per quanto riguarda gli studenti, ha ricevuto almeno una dose il 75% degli alunni della fascia 16-19 anni, mentre per i ragazzi di età compresa tra i 12 e 15 anni la percentuale è del 52,5%.
Occorrerà presentare la certificazione verde per accedere agli spazi scolastici. Non c’è l’obbligo per gli studenti, dovranno esibirlo gli insegnanti e il resto del personale scolastico, ma anche i genitori e chiunque altro voglia varcare la soglia dell’entrata delle scuole, come ad esempio i dipendenti di ditte esterne alle pulizie, alle mense o alla manutenzione.
I genitori sprovvisti della certificazione verde non avranno alcuna sanzione, ma non potranno avere accesso all'istituto dei figli, nemmeno per consegnare un quaderno. Al contrario, il personale scolastico che ne sarà sprovvisto verrà sospeso dal lavoro, senza stipendio, a partire dal quinto giorno di invalidità del Green Pass e sono, anche, previste multe da 400 a 1.000 euro per il personale, anche esterno, che verrà trovato, all’interno della scuola, sprovvisto della certificazione verde. La sanzione si applicherà anche ai presidi e ai datori di lavoro per non aver vigilato correttamente. Spetta, infatti, al dirigente o ad un suo delegato il controllo della validità delle certificazioni, attraverso una piattaforma studiata dal ministero dell'Istruzione, della Salute e dal Garante per la privacy, elaborata da Sogei.
Il governo Musumeci, intanto, ha inviato, nei giorni scorsi, alle scuole siciliane le indicazioni operative sull'inizio del nuovo anno scolastico. Una circolare a firma degli assessori all'istruzione, Roberto Lagalla, e alla Salute, Ruggero Razza, dispone una serie di novità, tra cui la somministrazione a campione di test salivari agli alunni delle scuole elementari e medie, per il monitoraggio del contagio epidemiologico. «Attraverso il sistema di monitoraggio - dichiarano Lagalla e Razza - contiamo di mantenere alto il livello di vigilanza sulla diffusione del virus nelle istituzioni scolastiche».
Rimangono confermate, poi, le disposizioni precedenti come l’uso delle mascherine che, almeno per ora, andranno indossate sempre e si potranno togliere solo in mensa, durante il pranzo, e in palestra, durante l’attività sportiva. Saranno fornite dalle scuole come lo scorso anno. È slittata per ora la proposta del ministro Bianchi di non indossare le mascherine in caso di studenti tutti vaccinati. Servono comunque delle linee guida, sulle quali si sta ragionando.
Rimangono le regole del distanziamento, per quanto possibile, di almeno un metro e dell’aereazione e sanificazione continua degli ambienti scolastici. Per il ricambio dell'aria, il Comitato tecnico-scientifico ha stabilito che dovrà essere assicurato aprendo le finestre. Ma, in proposito, sono anche stati stanziati dei fondi cui le scuole possono attingere per installare impianti di filtraggio e pulizia dell'aria.
Chiunque abbia una temperatura superiore ai 37.5 gradi, dovrà, infine, restare a casa.
Nel caso di un positivo in classe, lo scorso anno era prevista una quarantena di 10 giorni, che diventavano 14 per poter avere l'esito del tampone dopo l'isolamento. Ora la legge prevede che, per i vaccinati, il tempo di allontanamento dalla scuola scenda a 7 giorni.
In caso di particolari criticità epidemiologiche o focolai a livello territoriale, la sospensione totale o parziale delle attività didattiche può essere disposta, con provvedimento del Presidente della Regione, in presenza di classificazione del rischio in "zona arancione" o "zona rossa". Non è previsto il ricorso alla Dad (didattica a distanza), se non su indicazione del dirigente scolastico a fronte di situazioni di particolare criticità.