disservizio “grave e protratto” nella raccolta della spazzatura, hanno diritto a pagare una tassa rifiuti ridotta del 40%. Lo ha stabilito la Cassazione, accogliendo il ricorso di un hotel di Napoli, al quale era stata negata precedentemente la riduzione perché il Comune non aveva colpa “delle note disfunzioni”. I giudici hanno deciso, però, che lo sconto in bolletta deve essere garantito indipendentemente dalla responsabilità o meno dell’amministrazione comunale, e pure durante il commissariamento del servizio.
Anche se il Comune, quindi, non ha colpe per le disfunzioni della raccolta rifiuti, i cittadini e le imprese hanno diritto a una riduzione della tassa. Al di là del caso specifico, è chiaro che la sentenza crea un precedente importante, replicabile in tutta Italia ed i Comuni già temono una pioggia di ricorsi. Episodi del genere, più o meno recentemente, sono avvenuti anche a Sciacca e, in generale, in Sicilia.
Quei Comuni che hanno o hanno avuto problemi di cassonetti debordanti e rifiuti a marcire in strada sono adesso a rischio ricorsi e i mancati introiti, ovviamente, creerebbero ulteriori dissesti a bilanci già ridotti ai minimi termini.
Lo sconto – spiega la sentenza – non è una sanzione per l'amministrazione comunale inadempiente, ma serve a ripristinare un tendenziale equilibrio tra quanto si paga e la qualità del servizio effettivamente reso.
La Cassazione addirittura va oltre: l'utente può autoridursi la tassa o chiedere di riavere quanto pagato di troppo se l'autorità sanitaria certifica che i disservizi creino situazioni di pericolo e danno alle persone e all'ambiente. Ciò potrebbe determinare ulteriori sconti in bolletta o addirittura imporre di far pagare soltanto il 20% della Tari quando la raccolta dei rifiuti si blocca o si effettua a singhiozzo. Sul piede di guerra subito l'Anci Sicilia e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che ha commentato: "la sentenza della Cassazione rischia di diventare un involontario invito all’evasione, innescando un pericolosissimo circolo vizioso. E’ evidente che a farne le spese sono e saranno sempre le amministrazioni comunali – conclude Orlando – lasciate sole e prive di strumenti per garantire i servizi essenziali ai cittadini”.