Sono gli interrogativi che oggi i vertici della CGIL agrigentina pongono al Governo regionale, alla neo società consortile che gestisce il servizio idrico integrato, ma anche ai parlamentari e sindaci della provincia.
Il sindacato si dice pronto a proclamare lo stato di agitazione e dove necessario persino lo sciopero del personale in servizio e in tempi ravvicinati. La posizione della Cgil è chiara ed è stata evidenziata in varie occasioni. Come dichiarato dal segretario provinciale Alfonso Buscemi e oggi anche da Franco Gangemi e Filippo Munda, la Regione Siciliana avrebbe dovuto intervenire immediatamente e direttamente, ossia mettendo direttamente a disposizione dell’Azienda Idrica Comuni Agrigentini la liquidità necessaria all’avvio della nuova gestione, invece di questa sorta di partita di giro che complica la situazione. I 10 milioni di euro vengono dati ai comuni che si assumono l’onere della restituzione e affinché vengano poi materialmente girati ad Aica è necessaria una deliberazione di tutti i consigli comunali. Il risultato, al momento, è che l’Azienda Consortile è in gravi difficoltà economiche e non riesce a garantire il pagamento degli stipendi ai dipendenti. Siamo nella situazione, scrivono i vertici della Cgil, in cui i cittadini della provincia rischiano la sete, pagano bollette carissime con un servizio insufficiente, si ritrovano strade allagate per la rottura continua delle reti idriche e circa 300 famiglie di lavoratori dipendenti del servizio idrico integrato, oltre a tutto l’indotto, non vengono pagati. In questa situazione, aggiungono Buscemi , Munda e Gangemi, assistiamo al tour elettorale in provincia di Agrigento del Presidente della Regione. Per la Cgil il presidente Musumeci deve metterci la faccia in prima persona, assieme a tutta la Deputazione regionale e ai membri del governo agrigentini, i quali devono attivarsi da subito per l’unica soluzione possibile nell’immediato che è quella di mettere il cda di Aica nelle condizioni economiche di far fronte alla gestione del servizio.
Ai sindaci, che pure vengono bacchettati ancora una volta per il ritardo con il quale hanno dato vita alla nuova gestione pubblica dell’acqua, la Cgil chiede adesso di fare tutto quello che è necessario e anche di non prestare il fianco a quanti potrebbero avere interessi a fare fallire il tentativo di Aica ad una gestione in house e avere la scusa per rivolgersi ancora una volta al privato.
Insomma la situazione è assai delicata e lo abbiamo evidenziato più volte. In parte era prevedibile se si tiene conto delle conseguenze legate al fallimento di Girgenti Acque da un lato e dall’altro alle oggettive difficoltà che si trova ad affrontare la nuova gestione del servizio idrico che, sostanzialmente, sono di natura economica. E, infatti, i primi nodi che vengono al pettine sono quelli legati al mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti di AICA, con la Cgil che minaccia azioni di protesta e persino uno sciopero che, inevitabilmente, aggraverebbe ulteriormente la situazione.