Dal primo al 3 ottobre l’ospedale “Giovanni Paolo II” ospiterà, nel rispetto delle norme anti Covid 19, il congresso “Cardiologia del Territorio”. Una iniziativa di cui sono responsabili : Ennio Ciotta, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia del “Giovanni Paolo II”; Cosimo Toto, libero professionista, cardiologo e Vito Sclafani, medico di Medicina Generale.
Sono 6 le parole chiave del congresso: Cuore, Covid, Condivisione, Coesistenza, Collaborazione e Confronto. Termini che rappresentano la voglia di approfondire ulteriormente, al tempo della pandemia, la patologia cardiovascolare che continua ad essere la prima causa di mortalità e di invalidità. Focus, ovviamente, su cosa è cambiato nell’approccio con il paziente da due anni a questa parte, ai tempi del Covid 19.
“Andando a ricercare le cause della patologia cardiovascolare, evidenziano i componenti della Direzione Scientifica del congresso - queste possono essere primitive o secondarie. Per le cause primitive esiste oggi la possibilità d’intervenire utilizzando delle formulazioni farmacologiche in grado di migliorare la qualità di vita del paziente, rallentando e stabilizzando la progressione della patologia in sé, il tutto migliorando l’aderenza terapeutica e la persistenza della stessa. Ci sono stati anche notevoli progressi in campo farmacologico”.
La terapia dello scompenso cardiaco migliora notevolmente la qualità di vita del paziente.
Resta in piedi la domanda: “come rafforzare e stabilizzare ancor di più il binomio – cura/miglioramento?” Nel corso del congresso che si svolgerà a Sciacca, i cardiologi si confronteranno su diversi aspetti che riguardano la prevenzione, quindi anche l’aspetto della comunicazione, oltre a quelli relativi alla cura e all’assistenza