L'isola dunque abbandona i divieti in vigore fino a ieri e viene equiparata al resto d'Italia. Oltre al calo dei ricoveri, c'è un altro obiettivo che è stato centrato: anche l’incidenza settimanale del virus sulla popolazione, pari a 48 casi ogni 100mila abitanti, è scesa al di sotto della soglia di rischio e anche questo ha influito per il ritorno in zona bianca. Il 30 agosto scorso, quando scattò la zona gialla, i positivi al covid erano oltre 1500 in un solo giorno, ma sono in primo luogo i dati ospedalieri dimezzati che hanno portato al nuovo provvedimento. Da oggi niente mascherina all’aperto e non ci saranno più limitazioni per i posti a sedere dei commensali nei ristoranti. Un bianco che però non è ancora tinta unica in Sicilia, visto che ieri con ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci, è spuntato un secondo comune arancione dopo Francofonte. Si tratta di Mascalucia, in provincia di Catania, considerato a rischio per l'elevato numero di positivi al covid in rapporto ai vaccinati. Nei due comuni le restrizioni andranno avanti fino a mercoledì 20 ottobre. Anche in provincia di Agrigento ci sono dei comuni a rischio. Si tratta, com'è noto, di Palma di Montechiaro, Licata e Ravanusa che sono ancora al di sotto della soglia minima di popolazione immunizzata. Zone arancioni a parte, le poche regole anti-covid che hanno caratterizzato gli ultimi 40 giorni di zona gialla in Sicilia da oggi vengono meno: cadono l’obbligo di mascherine all’aperto e i limiti per i ristoratori. Da oggi saranno di nuovo consentite le tavolate al chiuso con il superamento del limite massimo dei 4 posti a sedere tra non conviventi in ristoranti, locali e pizzerie dove, in ogni caso, si potrà accedere solo ed esclusivamente se muniti di green pass.