arrivano i Dpcm che integrano il decreto che ha introdotto l’obbligatorietà del certificato verde e definiscono le regole con le quali milioni di dipendenti pubblici, privati e autonomi, dovranno convivere a partire da venerdì. Oltre ai lavoratori dipendenti della singola amministrazione, sono soggetti all’obbligo anche i dipendenti delle imprese che hanno in appalto i servizi di pulizia, di ristorazione, di manutenzione, di rifornimento dei distributori automatici, i consulenti e collaboratori e i prestatori o frequentatori di corsi di formazione, come pure i corrieri che recapitano all’interno degli uffici posta d’ufficio o privata. Sono esclusi soltanto gli utenti. La certificazione verde viene generata in automatico e messa a disposizione gratuitamente nei seguenti casi: dopo aver effettuato la prima dose di vaccino, dopo avere completato il ciclo vaccinale, dopo essere risultati negativi ad un tampone molecolare nelle 72 ore precedenti o a un test antigenico rapido nelle 48 ore precedenti, infine dopo essere guariti dal covid nei sei mesi precedenti. I soggetti in attesa di rilascio di valida certificazione verde potranno utilizzare i documenti rilasciati dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta. I soggetti sprovvisti di certificazione verde dovranno essere allontanati dal posto di lavoro. Ciascun giorno di mancato servizio, fino alla esibizione della certificazione verde, è considerato assenza ingiustificata, includendo nel periodo di assenza anche le eventuali giornate festive o non lavorative. In nessun caso l’assenza della certificazione verde comporta il licenziamento. Per quanto riguarda i controlli, il soggetto preposto è il datore di lavoro, che può delegare questa funzione con atto scritto a specifico personale, preferibilmente con qualifica dirigenziale. Le linee guida lasciano libero il datore di lavoro di stabilire le modalità attuative. Il controllo potrà avvenire all’accesso, evitando ritardi e code durante le procedure di ingresso, o successivamente, a tappeto o su un campione quotidianamente non inferiore al 20% del personale in servizio, assicurando la rotazione e quindi il controllo di tutto il personale. Per le verifiche, sarà possibile usare l’applicazione gratuita Verifica C-19. Inoltre, saranno fornite alle amministrazioni applicazioni e piattaforme volte a facilitare il controllo automatizzato, sul modello di quanto avvenuto per scuole e università. Il dpcm prevede anche maggiore flessibilità negli orari di ingresso e di uscita. "Ogni amministrazione - viene infatti precisato - anche al fine di non concentrare un numero eccessivo di personale sulle mansioni di verifica della certificazione verde, dovrà provvedere ad ampliare le fasce di ingresso e di uscita dalle sedi di lavoro del personale alle proprie dipendenze. Sarà quindi consentito il raggiungimento dei luoghi di lavoro e l’inizio dell’attività lavorativa in un più ampio arco temporale". Il green pass potrà essere richiesto al lavoratore in anticipo per esigenze organizzative nella pianificazione dei turni. Il limite fissato dal provvedimento è non oltre le 48 ore prima. Un altro aspetto è quello del divieto di conservare il Qr code contenuto nel certificato. Il controllo quotidiano non potrà infatti prevedere il salvataggio del codice né l'uso di esso per altri fini. E se l’obbligo del green pass nei posti di lavoro a partire da venerdì ha scatenato in tante città la corsa ai tamponi “rapidi” da parte dei non vaccinati, al punto che soprattutto le farmacie hanno lanciato l'appello ad effettuare le prenotazioni per evitare assembramenti, a Sciacca la situazione è sotto controllo, non c'è stato nelle farmacie alcun incremento di richieste di tamponi in vista della data del 15 ottobre posto che la percentuale di persone non ancora vaccinate è bassissima e, non a caso, è tra le città non solo della provincia ma anche a livello regionale con il più elevato tasso di popolazione immunizzata.