Come si può notare il nucleo urbano è piuttosto circoscritto. Sarebbero trascorsi pochi anni ancora e il resto del territorio ai confini della città sarebbe stato antropizzato, in qualche caso anche in maniera violenta. Lo spunto è fondamentale per capire le ragioni per le quali dal punto di vista idrogeologico Sciacca attraversi da qualche anno una fase drammatica, come rivelano le tante frane e i loro conseguenti transennamenti. Oggi l'architetto saccense Ignazio Gallo, presidente del circolo "Marina-San Michele" di Fratelli d'Italia, chiarisce che i continui smottamenti del terreno causati dalla rottura delle condutture fognarie sono dovuti ad un convogliamento verso l'impianto originario dove se prima convogliavano acque nere e acque piovane da un numero di edifici accettabile, nel tempo (e con l'espansione edilizia a nord, a est e a ovest del territorio) questo non è più stato così.
Per l'architetto Gallo, in attesa che inizino i lavori di completamento del secondo stralcio funzionale del Parf appaltati dal commissario unico per l'emergenza depurazione, è possibile intervenire per deviare le acque piovane attraverso piccoli e poco costosi interventi, da compensare eventualmente nell'ambito della futura bollettazione Aica sulle voci riguardanti i costi di depurazione. Gli allacci diretti delle acque piovane, che raccolgono le acque dei terrazzi e delle coperture degli immobili, convogliano una quantità idrica che le reti fognarie non riescono più a sopportare. In tal senso Gallo ricorda l'intervento fatto dall'amministrazione Di Paola sulle residenze di Isabella.