È questo il tono della durissima replica del commissario dell'Asp Mario Zappia all'associazione Agape, il cui presidente Angelo Giaramita ieri ha tenuto una conferenza stampa per esprimere sostanzialmente rammarico per la decisione del vertice dell'Asp di riappropriarsi della parte del complesso dell'ospedale "Giovanni Paolo II" che una ventina d'anni fa l'allora manager dell'azienda ospedaliera di Sciacca Luigi Marano aveva messo a disposizione del sodalizio, che raggruppa alcune famiglie del territorio, che promuove iniziative in favore dei loro ragazzi affetti da disabilità di vario tipo.
Angelo Giaramita ieri ha spiegato come lo sfratto notificato 48 ore fa da Zappia fosse arrivato al culmine di un tira e molla iniziato lo scorso febbraio, quando in piena pandemia quelle stanze erano state consegnate dagli affittuari per permettere lo svolgimento di quella campagna vaccinale che, di lì a poco, si sarebbe trasferita all'hub situato dentro la casa albergo per anziani. Si pensava che quella sarebbe stata una misura temporanea. Fatto sta che dopo alcuni mesi di segnali e telefonate, la vicenda è culminata con la decisione del vertice della sanità agrigentina di riprendersi i locali (a quanto pare in anticipo sulla scadenza del contratto di locazione, prevista per la fine del 2022) e sulla base dell'accordo a suo tempo stipulato, che prevedeva la cessazione di ogni accordo se e quando fosse stato necessario. Giaramita ritiene che la norma sui contratti, ancorché non indicata espressamente all'interno dell'accordo tra Agape ed Asp, prevede un percorso diverso, che a questo punto (in mancanza di intesa) si tenterà di far valere in sede giurisdizionale.
Certo è che il commento di oggi di Mario Zappia rilasciato al nostro Telegiornale sembra chiudere definitivamente all'annunciato tentativo di ieri del presidente dell'Agape verso un ultimo negoziato. "Noi da qui non ce ne andiamo", ha concluso Giaramita. "Io ho preso la mia decisione attraverso la lettera di sfratto, se i dirigenti dell'associazione Agape insistono nella loro strada resistendo a quanto ho disposto, anche io insisterò nelle sedi opportune per far valere le mie ragioni". Insomma: la vicenda a questo punto si appresta a finire in tribunale. Si sa da qualche tempo che l'Asp di Agrigento ha la necessità di mettere a disposizione dei nuovi locali per il Servizio per le Tossicodipendenze, di cui al momento Sciacca è sguarnito, considerato che il personale sanitario e i servizi conseguenti sono stati trasferiti a Ribera, dopo la dismissione dell'affitto dei locali di via Pompei alla Medicina del Territorio.
Le famiglie dell'associazione Agape hanno ribadito anche ieri che questi locali hanno permesso ai loro ragazzi di vivere e socializzare, e che non è giusto che tutto questo venga meno. Vicenda sulla quale, come è noto, ha visto il mondo del terzo settore ma anche lo stesso sindaco di Sciacca schierarsi con l'Agape. I rapporti tra proprietario e affittuario ormai sono ai minimi termini. Appare a dir poco complicato immaginare che la questione possa risolversi con una stretta di mano. Vedremo come andrà a finire.