che si è accumulato in capo alla cooperativa Arcobaleno di Sciacca, che gestisce per conto del comune una serie di servizi di solidarietà sociale. Il comune non paga, o paga quando può, malgrado per la maggior parte si tratti di fondi del ministero dell'Interno, per i quali l'ente è soltanto un tramite. E oggi la cooperativa rischia di chiudere, come ha denunciato stamattina il presidente Marco Mustacchia. Alla cooperativa Arcobaleno lavorano 60 operatori, altri 40 si sono dimessi ma sono a loro volta creditori di stipendi. Nel tempo il comune di Sciacca è diventato debitore con 9 mesi di arretrati che non sono stati più pagati. Mustacchia dice: "il dirigente dei servizi sociali ci dice che non ha il tempo di preparare i mandati di pagamento". Il Banco alimentare, lo Sprar per l'accoglienza di minori richiedenti asilo politico, una comunità alloggio per disabili psichici, due centri diurni (uno per adulti e l'altro per minori), due comunità alloggio, un servizio di assistenza agli anziani e ai disabili e il servizio sociale per pene alternative. È vasto il ventaglio di servizi che la cooperativa Arcobaleno presta, per 150 persone circa tra i soggetti beneficiari. Tutti servizi che potrebbero essere interrotti. In mancanza di pagamenti infatti la cooperativa non è in grado di andare avanti, neanche di pagare i contributi necessari ad ottenere il documento di regolarità contabile. Tutto questo mette a rischio l'avvio della gestione della casa albergo per anziani (dopo che l'hub vaccinale sarà dismesso), per il quale la cooperativa (aggiudicataria del bene) dovrà corrispondere al comune 50 mila euro l'anno di affitto e 25 mila euro l'anno di tassa sulla spazzatura.