Una situazione che diventa drammatica nei pronto soccorso, a partire da Sciacca dove attualmente sono solo 7 i medici disponibili a fronte di un’area di emergenza urgenza alla quale fa riferimento una vasta utenza. Non è una novità, ma la questione torna prepotentemente alla ribalta oggi anche per effetto della situazione vissuta durante la pandemia. Il Coronavirus ha monopolizzato tutta l’attenzione, sono stati chiusi reparti e garantite solo le emergenze per non sottrarre risorse umane alla gestione dei pazienti contagiati che hanno affollato le terapie intensive, ma soprattutto la medicina covid in questo anno e mezzo di pandemia. Al tempo stesso negli ospedali sono arrivati rinforzi, tanti giovani medici e infermieri che adesso, cessato il periodo critico, stanno tornando alle scuole di specializzazione o semplicemente hanno terminato il periodo di assunzione. Succede così che al pronto soccorso del Giovanni Paolo II sono venute a mancare 4 unità, mentre altri 3 medici non sono attualmente operativi e la struttura si trova ad operare con un 50% in meno di personale sanitario.
Riesplode, dunque, quella che era già una emergenza, ossia la carenza di medici, infermieri e operatori socio-sanitari chiamati a garantire i turni 24 ore su 24 al pronto soccorso di Sciacca, così come in quello di Agrigento.Non a caso è stata programmata dalla direzione sanitaria una conferenza di servizi alla presenza dei primari delle due strutture che ha come tema proprio le criticità organizzative a causa della carenza di personale. L’orientamento sembra essere quello di tamponare cercando di dirottare sui pronto soccorso il personale che opera nelle unità operative e affini alla Medicina chirurgica accettazione urgenza. La soluzione che da anni si attende è quella dei concorsi, servono urgentemente altri medici, infermieri e operatori socio-sanitari in pianta stabile e non per pochi mesi.