bocciatura da parte di Roma dei progetti di adeguamento degli impianti irrigui che si pensava potessero essere finanziati con i fondi del Pnrr. Per il Consorzio di bonifica Agrigento 3 l'unico progetto certamente recuperato (in quanto l'unico esecutivo) è quello da 10 milioni di euro per il miglioramento del sistema di vettoriamento dell'adduttore "Garcia-Arancio" e per la produzione di energia elettrica. Ce ne sono altri 2 che l'assessore Scilla, ieri incontrando gli operatori delle organizzazioni professionali, ha detto che sono recuperabili ma che, tuttavia, trattandosi di progetti definitivi, adesso devono essere trasformati subito in esecutivi. Uno di questi due progetti ammonta a oltre 39 milioni di euro e riguarda l'intervento sulla vasca Alta Martusa di Caltabellotta e sull'irrigazione delle contrade Castello e Scirinda di Ribera con l'utilizzo delle dighe Prizzi e Gammauta. Ce n'è poi un altro, di progetto (anche questo definitivo) da 37 milioni e mezzo che interessa il comprensorio irriguo Siritino Fasinella, in territorio di Naro. I progetti certamente recuperabili per il finanziamento sono 8 su un totale di 31. Al momento per l'Agrigentino, tra quelli che restano fuori da ogni possibilità, c'è quello da 4,4 milioni di euro per il miglioramento della distribuzione nel comprensorio Carboj, tra Castelvetrano, Menfi e Sciacca e quello da 28 milioni per l'alimentazione della diga Castello dal bacino Sosio Verdura. Ma forse non tutto è perduto. E Nino Indelicato punta il dito nei confronti della deputazione, che non riesce a rappresentare le istanze del mondo agricolo.