L'atto d'accusa nei confronti di Girgenti Acque è stato chiuso questa mattina, dopo un mese e mezzo di lavoro certosino finalizzato a ricostruire e mettere assieme tutti i casi di inadempienze e i disservizi che si sono registrati in città. Non solo i rilievi mossi dall'amministrazione, ma anche le segnalazioni più eclatanti pervenute da cittadini o associazioni e le vicende relative al canone di depurazione non dovuto nelle zone di Sciacca non servite dal depuratore. L'ultimo caso è quello relativo alla contrada Ferraro, al centro dell'inchiesta della magistratura saccense che ha ipotizzato il reato di truffa nei confronti dei responsabili di Girgenti Acque.
Di tutto, di più, dunque, nel dossier che l'amministrazione comunale guidata da Francesca Valenti consegnerà all'Assemblea Territoriale Idrica nel corso della riunione programmata per venerdì pomeriggio.
Così era stato deciso il 7 agosto scorso dall'Assemblea, presieduta dal sindaco di Menfi Enzo Lotà, dopo l'acquisizione del parere dell'avvocato Giuseppe Mazzarella che, tra le varie ipotesi, aveva indicato proprio quella della risoluzione del contratto per inadempienze. Strada che l'Assemblea ha deciso di percorrere dando mandato ai comuni gestiti dal privato di predisporre la documentazione necessaria. Il comune di Sciacca ha fatto la sua parte ed è pronto a consegnare il dossier all'Ati.
Un passo importante, ma non è il caso di lasciarsi prendere da facile ottimismo. Il percorso verso la risoluzione del contratto con Girgenti Acque non è semplice, ma contiene una serie di rischi. Oltre a quelli economici, c'è la questione della gestione futura del servizio idrico, anche se nel contratto è previsto che Girgenti Acque continui fino a quando l'Ati non individuerà eventualmente il nuovo gestore.
La società non starà ovviamente a guardare. Negli ultimi mesi ha replicato con veemenza alle diffide e contestazioni, profilando a sua volta, diverse inadempienze da parte dei comuni.