È pur vero che la tornata di amministrative in Sicilia, in ogni latitudine dell'isola, ha visto il cosiddetto "fronte sovranista" uscire sostanzialmente sconfitto, mentre hanno decisamente limitato i danni gli schieramenti Pd-Movimento 5 Stelle da un lato, Forza Italia-Autonomisti e amici di Nello Musumeci dall'altro. Le dichiarazioni entusiastiche di ieri pomeriggio della deputata regionale di "Diventerà Bellissima" Giusy Savarino sulla vittoria di Vincenzo Corbo a Canicattì e di Calogero Martello a Porto Empedocle, sembrano lanciare un messaggio ben chiaro ai leghisti salviniani siciliani e ai Fratelli d'Italia (e di Giorgia Meloni), che non sono certamente riusciti a piazzare molte bandierine, nemmeno nel Nisseno, nella provincia del parlamentare nazionale della Lega Salvini Premier Alessandro Pagano. Si sa che nel centrodestra c'è un dibattito in cui soprattutto i leghisti guardavano già al dopo-Musumeci. Si sa anche però che una cosa sono le Regionali, un'altra cosa sono le Comunali. E così a Canicattì Vincenzo Corbo (che ufficialmente era sostenuto da un progetto civico) è tornato a vincere battendo il Meloniano Cesare Sciabarrà; a Porto Empedocle è stato eletto sindaco Calogero Martello, sostenuto da Forza Italia, che ha vinto contro Salvo Iacono, che anche con l'apparentamento tentato tra il primo e il secondo turno con Rino Lattuca, aveva dalla sua Udc e Fratelli d'Italia. I sindaci vincenti a Canicattì e Porto Empedocle godevano anche del sostegno di quel Roberto Di Mauro che, con una gestione low-profile, ha incassato due importanti affermazioni. Diversamente sono andate le cose a Favara, dove i dirigenti di Pd e quelli grillini, malgrado risultati tutt'altro che esaltanti delle proprie liste (Favara è la città del deputato regionale pentastellato Giovanni Di Caro), si sono comunque intestati una vittoria, quella di Antonio Palumbo, che ha permesso al fronte di centrosinistra di recuperare posizioni ampiamente perdute nel passato. Ed è onesto il commento di Simone Di Paola, che da segretario provinciale dei Dem ha puntato molto sulla possibile vittoria del centrosinistra a Favara il quale, rifuggendo da quelli che definisce "i facili trionfalismi" non nega la propria soddisfazione per i risultati del Pd, che dimostrano - sostiene - la bontà della strada intrapresa. Il dato che viene fuori dalle elezioni in provincia di Agrigento è la sostanziale bocciatura delle esperienze amministrative da cui eravamo reduci. A Canicattì il sindaco uscente Ettore Di Ventura al primo turno è arrivato terzo, stesso destino a Porto Empedocle per la grillina Ida Carmina. Per Favara cambia poco solo perché la sindaca pentastellata Anna Alba si era dimessa prima della fine del mandato, e che nel fare gli auguri al suo successore gli lancia lo mette in guardia facendogli notare che nessuno meglio di lei può capire il carico e le responsabilità che da domani Antonio Palumbo dovrà affrontare. Come dire che il tempo dei festeggiamenti è già terminato, e che amministrare è oggigiorno un compito decisamente arduo.