il no definitivo del Consiglio di Giustizia Amministrativa al ricorso presentato da 8 ex consiglieri comunali di Sciacca che avevano contestato il provvedimento sanzionatorio dello scioglimento di Sala Falcone Borsellino. Cga che ha confermato la precedente decisione del Tar, a cui si erano rivolti Pasquale Bentivegna, Calogero Bono, Silvio Caracappa, Gaetano Cognata, Lorenzo Maglienti, Giuseppe Milioti, Salvatore Monte e Paolo Mandracchia. Vale a dire tutti i rappresentanti del centrodestra con, in aggiunta, l'ex assessore della prima amministrazione Valenti, che aveva mantenuto lo status di consigliere. Risale al 2 dicembre 2020 il decreto di scioglimento firmato da Nello Musumeci. Ne conseguì la nomina di un commissario straordinario, che peraltro è tuttora regolarmente in carica, nella persona del dottor Pietro Valenti.
I giudici amministrativi hanno confermato tutti i motivi che erano già stati presi in considerazione dal Tar, respingendo il ricorso sul contestato "vizio di incompetenza" sulla decisione di sospendere il consiglio (assunta dai funzionari e non dall'assessore). Respinti anche i dubbi sul fatto che un provvedimento del genere fosse normato da una circolare e non da una norma. L'aspetto sostanziale della sentenza del Cga risiede nel fatto che con le reiterate diffide che giungevano dalla Regione (prima dal dirigente generale degli Enti Locali, poi dal commissario ad acta Enzo Abbinanti), i consiglieri comunali sapevano perfettamente a quale conseguenza sarebbero andati incontro nel caso in cui il punto contabile non fosse stato approvato in aula. Non ha convinto i giudici l'invocata violazione e falsa applicazione dei principi in tema di separazione delle funzioni tra organo politico e amministrazione. Dubbio al quale il Cga ha citato 2 circolari che sembrerebbero prevedere una delega generalizzata (che per i giudici è "legittima") dall'assessore al dirigente. Inoltre, anche a fronte di dubbi, le norme vanno interpretate in senso restrittivo, e col decreto di scioglimento (che risale allo scorso 4 novembre) di fatto l'assessore ha implicitamente, ma sostanzialmente, fatto propri gli atti adottati dal dirigente. Non è stata riscontrata, infine, quella che i ricorrenti hanno considerato una mancanza di motivazioni nel decreto di scioglimento del consiglio. I ricorrenti hanno fatto emergere più volte in questi mesi le stesse presunte contraddizioni negli orientamenti tra il Tar Palermo e il Tar Catania, con quest'ultimo che ha assunto decisioni diverse sullo stesso argomento. Questione su cui anche lo stesso ufficio legislativo e legale della Regione siciliana non aveva nascosto i propri dubbi, opinando (evidentemente contro le stesse leggi regionali) come ad oggi la sanzione dello scioglimento del consiglio comunale per la mancata approvazione del Consuntivo fosse sbagliata.
Ma ormai il caso è chiuso. Tanto più che, aldilà degli aspetti strettamente giuridici (il cui contenuto è in ogni caso fondamentale) la questione dello scioglimento del consiglio comunale di Sciacca ha assunto sin dal primo giorno un significato prettamente politico. Non si può non ricordare come il ricorso al Tar degli ex consiglieri generò a sua volta la costituzione in giudizio del comune di Sciacca firmata da Francesca Valenti, che si era opposta alla richiesta di annullamento degli atti approvati, precisando di avere agito in tal senso nell'interesse del comune. Una decisione, quella del sindaco, che fu considerata come una sorta di smascheramento delle sue presunte reali intenzioni, che secondo l'opposizione altre non erano che il tentativo di sbarazzarsi dei suoi avversari con la conseguenza di spegnere il dibattito cittadino. I ricorsi alla giustizia amministrativa (e la snervante attesa delle decisioni dei tribunali) si sono inquadrati all'interno di una vita pubblica che tutto sommato, attraverso i media, è riuscita comunque in qualche modo a concretizzarsi. Rimane sullo sfondo una vicenda senza precedenti, una sorta di linea di demarcazione delle vicende politiche attorno ad un mandato consiliare complicato, nato male e finito peggio, con uno scontro al fulmicotone tra sindaco da un lato e opposizione consiliare dall'altro che, con la decisione finale di oggi del Cga, vede inequivocabilmente Francesca Valenti vittoriosa.