lo stato di emergenza dichiarato dalla Regione. Si tratta dei territori colpiti dagli eventi atmosferici del 5, 13 e 14 ottobre scorsi e dalle forti precipitazioni che si sono verificate dal 22 al 26 ottobre. Oltre a dichiarare lo stato di emergenza regionale per un “permanente rischio per i prossimi giorni”, il presidente della Regione Nello Musumeci si è già rivolto anche al governo nazionale per chiedere lo stato di calamità naturale. Il provvedimento della Regione, disposto sulla base della relazione del capo della Protezione civile siciliana Salvo Cocina, interessa come si diceva 11 comuni della provincia di Agrigento. Per gli eventi atmosferici del 5, 13 e 14 ottobre, il provvedimento riguarda Alessandria della Rocca, Bivona, Calamonaci, Casteltermini, Cianciana, Lucca Sicula, Sambuca di Sicilia, Santo Stefano Quisquina e Sciacca. Per le precipitazioni che si sono verificate dal 22 al 26 ottobre, i comuni interessati sono Canicattì e San Biagio Platani. “La successione e l’eccezionale intensità di vento e piogge - sottolinea Musumeci - ha messo a dura prova la nostra isola. Apprezziamo, prosegue il presidente della Regione, l’attenzione dimostrata dal capo della Protezione civile nazionale, ma al governo centrale chiediamo di avviare al più presto tutti i meccanismi per lo stanziamento delle risorse necessarie a ripristinare le infrastrutture pubbliche e ristorare chi ha subito danni. Bruxelles, inoltre, prosegue Musumeci, convochi meno tavoli sul cambiamento climatico e agisca con immediatezza con un'iniziativa strategica che coinvolga tutti gli Stati membri: la Sicilia è minacciata da troppi rischi e ha bisogno di interventi concreti. Servirebbe una legge speciale con risorse per almeno 3 miliardi di euro per mettere in sicurezza il territorio siciliano, abbandonato e devastato da oltre mezzo secolo”. Secondo la Regione, una stima complessiva dei danni potrà essere fatta solo al termine della ricognizione già avviata con i comuni e a conclusione della fase di emergenza meteo non ancora cessata. Ma è stata comunque fatta una valutazione di massima: serviranno circa 10 milioni di euro per interventi di somma urgenza e indifferibili e circa 100 milioni per interventi strutturali di riduzione del rischio.