mentre le imprese che hanno il lavoro sono ridotte con i mezzi di cantiere fermi perché non si trovano conduttori specializzati; giovani che seguono l’esempio di questi adulti e non scommettono sulle proprie capacità con “Resto al Sud” e con i concorsi banditi per sfruttare le risorse del ‘Pnrr’, mentre tanti validi talenti sono costretti a emigrare. E’ questa la forte denuncia che arriva oggi da Ance Sicilia, l’associazione dei costruttori edili che poi invita i siciliani a “Svegliarsi”. Il Reddito di cittadinanza non durerà in eterno, dice il presidente Santo Cutrone, mentre il treno dei finanziamenti non passerà una seconda volta. Ance Sicilia evidenzia che se la Sicilia non sarà in grado di spendere i soldi del ‘Pnrr’, la prima colpa sarà dei territori siciliani (enti locali e di ricerca, imprese e cittadini) che non si coalizzano e attrezzano per partecipare ai tanti bandi di questi giorni che danno soldi, in totale 2 miliardi e 469 milioni, a chi ha idee e vuole costruire il proprio futuro senza per forza attendere che siano gli enti pubblici a farlo. La nuova strategia commerciale, tracciata dai principali operatori economici internazionali e confermata recentemente al G20, prevede il graduale spostamento delle produzioni verso quei Paesi a maggiore stabilità politica del Nord-Africa e il rapido trasferimento in Europa di energia pulita, idrogeno e merci prodotti in quelle aree.
“Perché ciò sia possibile – evidenzia Ance Sicilia- le potenze mondiali hanno bisogno che Sud Italia e Sicilia non siano più le ultime province dell’impero condannate a isolamento e sottosviluppo, ma siano al più presto attrezzate per diventare il fulcro logistico ed economico di questa nuova strategia. L’Unione Europea ha già provveduto cofinanziando i nuovi cavidotti e gasdotti sottomarini tra Africa e Sicilia e insistendo con l’Italia affinché attrezzi i porti della Sicilia meridionale.
L’Ance nazionale, peraltro, calcola che sono a disposizione del Mezzogiorno per la prima volta 121 miliardi di euro, seppure solo una cifra residuale sia destinata alle infrastrutture. Il problema della Sicilia è quello della capacità di cogliere q ueste opportunità. Ad esempio, l’analisi del centro studi Srm di Napoli evidenzia che al Sud il 70% di imprese è pronto a investire in innovazione per cogliere le opportunità del “Pnrr”, percentuale che invece in Sicilia non arriva al 50%.
Insomma, la Sicilia non batte colpo e per l’Associazione dei Costruttori Edili le responsabilità sono politiche, ma anche di una cultura dell’assistenzialismo che continua a condizionare e frenare lo sviluppo, con il Reddito di Cittadinanza che produce anche la mancanza di forza lavoro.