ad offrire lo spunto alla Camera del Lavoro di Sciacca per tornare ad intervenire sul tema del lavoro e non solo. Se da un lato c'è un governo nazionale che non brilla certo per politiche in favore dei comuni del sud, emblematica la bocciatura dei 31 progetti relativi all’irrigazione dei terreni agricoli, dall'altro per Franco Zammuto precise responsabilità sono anche in capo alla classe politica e dirigente che ci ha governato, accusata di inefficienza, indifferenza ed incapacità. La Camera del Lavoro di Sciacca, che da anni si batte nel tentativo di creare maggiori occasioni di lavoro sul territorio, prende spunto da tutto questo per ribadire che fino a quando i comuni o i territori non si doteranno di un Piano Economico Finanziario e di sviluppo generale e complessivo da portare avanti con efficienza, passione, assiduità e capacità, a prescindere dalle scelte del governo di Roma, non ce la faranno mai. Sappiamo, scrive Franco Zammuto, che le grandi città ogni anno si dotano di un piano economico finanziario e di sviluppo, o semplicemente lo aggiornano o lo modificano secondo le nuove situazioni. Perché, si domanda la Camera del Lavoro, tali procedure di programmazione non vengono adottate anche in città di medie dimensioni ma ricche di importanti risorse produttive? Non si tratta di un obbligo di legge, ma oggi non è più possibile pensare di conquistare il “potere” di una città dalle potenzialità molteplici e con importanti prospettive di sviluppo senza un piano economico finanziario o un progetto a breve, medio e lungo termine, volto a creare sviluppo economico e solide prospettive occupazionali. Come Camera del Lavoro, prosegue la nota di Franco Zammuto, sono anni che chiediamo di discutere delle problematiche del lavoro, consapevoli che per ottenere nuove occasioni di occupazione l’unica strada possibile è affidarsi principalmente alle capacità e alle competenze presenti sul territorio, attivando e supportando le realtà produttive e le energie specifiche esistenti. Noi, come Camera del Lavoro, non abbiamo mai proposto una bozza di strumento programmatico innanzitutto perchè non abbiamo un “Centro Studi” a disposizione, siamo soltanto “un soggetto intermedio”, ma soprattutto perchè la redazione di uno strumento di programmazione economica e finanziaria generale è assolutamente compito dell’amministrazione comunale su cui grava l’incombenza di mettere attorno ad un tavolo tutti i “soggetti intermedi”: gli imprenditori, i rappresentanti delle associazioni di categoria, le altre istituzioni locali, le parti sociali e coloro che fanno parte del cosiddetto “terzo settore”. A Sciacca, dove da settimane si intrecciano e si intensificano le discussioni su chi sarà il prossimo sindaco, il vero oggetto del dibattito dovrebbe essere un’approfondita riflessione su cosa fare della città e su come farla uscire dalla condizione di assoluto degrado e di assenza di prospettive per il futuro in cui attualmente versa e che nell’ultimo decennio ha visto anche scendere il numero dei suoi abitanti. In caso contrario, conclude Franco Zammuto, l’unico obiettivo diventerebbe solo ed esclusivamente la ricerca del potere.