e calato all'interno del Consuntivo 2020. Il punto è già stato licenziato dalla giunta, e ora si appresta ad essere approvato anche dal commissario Pietro Valenti con i poteri sostitutivi del consiglio comunale. Situazione dei conti comunali che, dunque, si conferma assai delicata, ben aldilà della condizione di "comune strutturalmente deficitario" assunta 2 anni fa. Un disavanzo consistente, che (così come prevede la legge) dovrà essere ripianato al più presto. Il comune di Sciacca conta di poterlo fare nell'arco dei prossimi 3 anni. Questo significa dovere raschiare il fondo del barile nel tentativo di recuperare poco più di 700 mila euro l'anno a partire da quello in corso, quel 2021 che sta per concludersi e per il quale (evidentemente non a caso) non è stato ancora possibile procedere con l'approvazione del Bilancio di previsione.
A generare questa condizione sono stati soprattutto i crediti di dubbia esigibilità, quelli che fanno parte a tutti gli effetti di quel Fondo Residui Attivi (di cui ci siamo occupati qualche giorno fa nei nostri telegiornali in un'intervista con l'assessore al Bilancio Michele Bacchi) che vedono il comune di Sciacca creditore di almeno 21 milioni di euro. Soldi che il comune non riesce ad incassare, e che fanno aumentare ogni anno questo capitolo. E non è certamente sufficiente, per compensare questa situazione, la quota dei fondi perequativi stanziati dallo Stato per fronteggiare l'emergenza Covid. Sarebbe sicuramente più utile una norma che permettesse ai comuni di potere utilizzare almeno una parte di questo Fondo, così come i sindaci siciliani hanno chiesto nei giorni scorsi nella protesta a Roma organizzata dall'Anci. Questione per la quale l'amministrazione ha disposto nei confronti degli uffici di procedere al tentativo una riscossione coattiva riferita però ad alcune singole annualità. Obiettivo: cercare di recuperare un po' di risorse finanziare.
Ma tra gli ultimi crediti finiti nella lista di quelli definiti "di dubbia esigibilità" sono arrivati anche quelli che Girgenti Acque, attraverso l'Ato Idrico, versava ogni anno nelle casse del comune per la gestione della rete. Società in fallimento e, dunque, niente più soldi. Ma non finisce qui. Infatti, proprio a proposito di acqua, ad aggravare una situazione già drammatica per il bilancio del comune di Sciacca c'è anche il mancato introito, ad oggi, del milione e duecentomila euro di crediti che il comune di Sciacca vanta da anni nei confronti di un'altra società in liquidazione, l'Eas, e per il quale era stato raggiunto un accordo transattivo. Nel frattempo tuttavia la Regione siciliana ha deciso che i beni dell'Ente Acquedotti non sono più pignorabili. E così il dirigente dei servizi finanziari del comune di Sciacca, il dottor Filippo Carlino, si è già visto costretto a dimezzare la posta in bilancio riferita a queste somme in entrata, cominciando a considerare di dubbia esigibilità la cifra di 600 mila euro. Rischia di essere inevitabile, l'anno prossimo, la necessità di coprire anche la restante parte delle somme per renderle comunque sempre disponibili nel Fondo Residui Attivi.
Ma a determinare il sostanzioso disavanzo di questo Consuntivo è stato anche l'aumento della Tari, la tassa sui rifiuti, generato dall'incremento dei costi di conferimento oltre che dagli interventi straordinari effettuati per le bonifiche. Qualcosa si è potuto recuperare dal Libero Consorzio di Agrigento (700 mila euro riferiti agli espropri per la costruzione del Liceo Scientifico), mentre l'unica situazione sicuramente migliorata rispetto al passato è quella relativa ai debiti fuori bilancio, questione sulla quale puntualmente la Corte dei Conti impone un indirizzo agli enti locali a livello di priorità. Nel 2020 il comune di Sciacca ha pagato 1,3 milioni di euro. Somme riferite a risarcimenti su sentenze passate in giudicato che hanno visto l'ente soccombente. Sono già state accantonate le somme per un altro milione di euro. Le nuove valutazioni sullo stato dei conti del comune non possono prescindere dalla necessità di aumentare la riscossione. Un quadro sicuramente difficile, che conferma (per dirla alla Ennio Flaiano) che la situazione è grave ma non seria. Situazione che induce a domandarsi quali possano essere, esattamente, le ambizioni di chi, oggi, guarda ai prossimi mesi nella prospettiva di potersi candidare a guidare politicamente la città di Sciacca. Ma questo è un altro argomento.