destinatari di un ordine di servizio con il quale si dispone che ciascuno di loro dovrà garantire anche turni all'interno dell'Area di Emergenza del "Giovanni Paolo II". È questa la novità che proviene dall'ospedale di Sciacca, dopo che (come d'altronde era ampiamente prevedibile) nessun dirigente medico (di quelli che lavorano in tutte le unità operative) ha aderito alla richiesta che risale alla scorsa settimana firmata dal direttore sanitario Gaetano Migliazzo di mettersi a disposizione per quelli che erano stati definiti "turni aggiuntivi". Insomma: dalle "buone" si è passati alle "cattive". E adesso quello che era iniziato come un appello facoltativo siamo passati all'obbligo imposto a ciascuno dei medici in servizio nei due reparti di destinare una parte del proprio monte ore mensile anche al funzionamento dell'area di emergenza, in una misura non inferiore a 12 ore. Insomma: stando a quanto si apprende la situazione di emergenza al Pronto soccorso evidentemente non è risolvibile in modo diverso. Sono appena 7 i medici a disposizione, uno dei quali non sarebbe in grado di osservare turni notturni. Numero che, dunque, scende a 6. L'ordine di servizio punta a coprire questa criticità. Ma è una vicenda destinata a fare discutere, e che fa il paio con le altre disposizioni nei confronti di cardiologi e nefrologi in servizio a Sciacca, tutti costretti a garantire turni anche negli ospedali di Canicattì e Licata. Una cosa simile si sta verificando anche all'ospedale di Ribera, dove al momento sono state sospese le prestazioni ambulatoriali garantite dalla Chirurgia perché servono medici per il pronto soccorso Covid. Vicenda, quella della mancata copertura dell'organico al pronto soccorso che la scorsa settimana aveva registrato dure reazioni a livello locale ma anche nella politica regionale. La presidente della commissione Salute dell'Ars Margherita La Rocca Ruvolo aveva criticato aspramente l'idea di utilizzare personale dagli altri reparti per destinarli al pronto soccorso. Nel farlo aveva invocato lo sblocco dei tanto attesi concorsi. Sulla stessa linea anche il Comitato Civico Sanità, i cui rappresentanti Cucchiara e Giordano erano tornati ad evidenziare una situazione di emergenza inaccettabile. Michele Catanzaro aveva invitato il governo Musumeci a trovare soluzioni definitive, smettendola di procedere per "pannicelli caldi" o per tappare i buchi. Il funzionamento del Pronto soccorso a Sciacca è al centro di grandi preoccupazioni, con gli utenti che da anni lamentano una gestione complicata, con situazioni ai limiti della decenza, con pazienti parcheggiati in osservazione breve a volte anche per diversi giorni. Per non dire che un medico che lavora al pronto soccorso normalmente deve avere acquisito una specializzazione specifica. Tutte criticità che non potranno certamente essere risolte dirottando medici dalle corsie all'area di emergenza.