È una ritualità ormai snervante quella che anche stamattina sembra essersi ripetuta attorno ai problemi idrogeologici della città di Sciacca. Stavolta è stato il turno di Salvo Cocina. È stato lui, da un anno e mezzo nuovo direttore regionale della Protezione civile, a fare l'ennesimo liturgico punto della situazione, verificando di persona i danni causati dalla devastante ondata di maltempo dei giorni scorsi, percorrendo pazientemente tutto il letto di quel torrente Cansalamone che pare essere l'origine di tutti i mali. Per Francesca Valenti siamo di fronte ad un film già visto. Sarà il Genio Civile, verosimilmente, che dovrà effettuare gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Ma sul Cansalamone si attende da anni l'esecutività di un progetto da 6,5 milioni di euro. Il responsabile provinciale della Protezione civile Maurizio Costa era convinto che questo progetto si trovasse al comune. Ma Francesca Valenti ha smentito. Un sopralluogo lungo quello di Cocina, che ha poi toccato altri luoghi interessati dall'alluvione dei giorni scorsi. Ancora una volta il presidente Musumeci ha invocato scelte coraggiose per risolvere il problema. Nel suo sopralluogo del 2018 aveva detto che bisognava demolire tutto il cemento costruito (ancorché autorizzato) attorno al torrente. Uno slogan a cui oggi così il sindaco di Sciacca ha replicato: "Faccia pure, ma lo faccia lui". Intanto continua la pulizia delle case dopo le devastazioni del maltempo, con un impegno a dir poco ammirevole del mondo del volontariato che si è coordinato con la protezione civile del comune di Sciacca.