quello che giusto ieri è stato approvato in commissione ambiente dell’Ars presieduta dalla parlamentare agrigentina Giusi Savarino. “Un altro passo avanti seppure considerata l’importanza dell’argomento avremmo auspicato un voto unanime, anche in ragione dell’urgenza di superare la situazione di impasse in cui versano le Assemblee territoriali idriche che impedisce l’accesso alle risorse finanziarie europee, incluso il Pnrr". Così l’assessore regionale all'Energia e ai Servizi di pubblica utilità Daniela Baglieri ha commentato l’approvazione del testo di riforma del settore idrico a fronte delle forti polemiche politiche e delle contestazioni arrivate soprattutto dal PD. Il governo Musumeci – sostiene l’assessore Baglieri - già dal 2018 ha disposto il commissariamento delle Ati per la predisposizione dei Piani di ambito, stanziando le necessarie risorse finanziarie,ma tutto ciò non basta. Occorre adottare un approccio strategico di medio e lungo termine sulle politiche di gestione della risorsa idrica pubblica e la norma approvata, per l’assessore regionale, va in questa direzione, prevedendo una regia unica di carattere pubblico che consente di operare secondo logiche di efficienza ed economicità. Il disegno di legge, aggiunge, interviene esclusivamente sulla governance del servizio idrico integrato, razionalizzando il sistema mediante un soggetto pubblico che sovrintenda, nell'interesse collettivo, alla gestione locale evitando sprechi e costi inutili. In alcun modo, sostiene, si interviene sull'affidamento della gestione e sull'erogazione della risorsa idrica che è, e rimane, un bene pubblico a cui tutta la collettività - secondo le diverse disponibilità - ha il diritto fondamentale di accedere.
Questa la posizione del governo regionale che ritiene sia una mera strumentalizzazione politica l’accusa di voler agevolare con il disegno di legge la gestione dell’acqua da parte dei privati. Al contrario - conclude l’assessore Baglieri – il nostro governo ribadisce la valenza sociale del bene idrico e la necessità che sulla sua gestione si vigili e si faccia rispettare il diritto fondamentale all'acqua per tutti i cittadini. In realtà le contestazioni non sono solo politiche. Da mesi il Forum per l’acqua pubblica, del quale fanno parte tante associazioni e movimenti in Sicilia, chiede al governo di fare marcia indietro e non è stata condivisa neanche la riscrittura del testo del disegno di legge.
Le polemiche e le contestazioni non sono solo a livello regionale relative e relative all’iniziativa del governo Musumeci. Anche in provincia di Agrigento si registrano continue prese di posizione contro Aica, la nuova società consortile costituita dai comuni, anche se non tutti ne fanno parte. La situazione non è facile posto che Aica si è trovata ai primi di agosto ad ereditare il pesante fardello della precedente gestione privata, quella di Girgenti Acque, senza le necessarie risorse economiche. E, infatti, l’Azienda Idrica Comuni Agrigentini va avanti con la fatturazione mensile dei consumi idrici per tirare la carretta, tra disservizi nell’erogazione e impossibilità di fare fronte alle varie emergenze legate alle reti idriche e fognarie. Di fronte a tutto ciò arriva un forte attacco da parte dell’associazione dei consumatori. Il Codacons parla di AICA come del solito carrozzone politico, nata già con serissimi problemi economici e gestionali. E’ evidente, sostiene l’associazione che non c’è stato un miglioramento del servizio e nessun risparmio per i cittadini. Codacons che poi rileva come di fronte a tutto questo si registri il silenzio di sindaci e consigli comunali.