del presidente della Regione Nello Musumeci che contiene alcune misure di contenimento. La principale riguarda l’utilizzo della mascherina da portare sempre con sé con obbligo di indossarla anche in tutti i luoghi aperti al pubblico particolarmente affollati. Viene poi reintrodotto l’obbligo del tampone
nei porti e aeroporti siciliani, anche per i viaggiatori che arrivano dalla Germania e dal Regno Unito. Attualmente il controllo è già previsto per chi proviene, o vi abbia transitato nei 14 giorni precedenti, dagli Stati Uniti, Malta, Portogallo, Spagna, Francia, Grecia e Paesi Bassi.
Novità anche per la campagna di vaccinazione, con il via libera anticipato a lunedì prossimo, 22 novembre, alla somministrazione della terze dosi per la fascia di popolazione tra i 40 e i 59 anni, inizialmente prevista per l'1 dicembre. Una accelerazione motivata dall'aumento dei contagi e della curva epidemica anche in Italia, ma anche dalla situazione di stallo nella somministrazione delle prime dosi, dopo l’incremento registrato in prossimità dell’entrata in vigore del green pass sul luogo di lavoro, il 15 ottobre scorso. Si punta così su quanti il vaccino lo hanno già fatto, con il decreto che sancirà l'obbligatorietà della terza dose per i sanitari atteso per la prossima settimana e l’allargamento della platea di quanti erano già ammessi alla dose booster, ossia gli over 60. La circolare del commissario Figliuolo e del ministro Speranza consente, dunque, alle Regioni di anticipare al 22 novembre l'avvio della somministrazione della terza dose alla fascia 40-59 anni, purché siano trascorsi almeno 6 mesi dal completamento del ciclo primario di vaccinazione.
Intanto sta facendo discutere la disposizione dell’assessore regionale alla salute Ruggero Razza sulla chiusura dei centri vaccinali ospedalieri che al momento, però, riguarda solo la provincia di Palermo. Nondimeno, la direttiva viene contestata dai parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle che la ritengono sbagliata laddove nulla è stato fatto per incrementare le vaccinazioni di prossimità, cioè quelle che dovrebbero fare medici di famiglia e pediatri di base. I centri vaccinali ospedalieri sostengono i pentastellati, sono i soli che garantiscono una discreta sicurezza per le cosiddette vaccinazioni protette, che non possono essere fatte negli hub, in quanto non affiancati da una rianimazione.